lunedì 17 novembre 2014

Le primarie? In Liguria c’è da fare altro

Stefano Menichini 
Europa  
Già la polemica tra Renzi e Burlando non è stata una buona idea. L'ideale per una Regione in emergenza sarebbe un Pd capace di fare una proposta forte, convincente e unitaria
La politica ha già dato prove scarse di sé in Liguria, senza bisogno di aggravare la situazione. Per esempio, da qualsiasi parte fosse la ragione nella rapida querelle tra Renzi e Burlando (e a occhio e croce hanno torto e ragione entrambi, come capita spesso), l’unica certezza è che tra le istituzioni non si dovrebbe aprire alcuna polemica, almeno finché vige ancora lo stato d’emergenza. L’intervento in loco di Graziano Delrio è apparso molto più utile, anche a conferma di quanto fossero inventati i pettegolezzi di Palazzo che volevano il sottosegretario in disgrazia.
Del resto, sulla manutenzione del territorio Regioni e Stato centrale hanno da condividere solo un generale biasimo, per decenni di incuria quando non peggio (anche se tutto va relativizzato, perfino le tragedie: alluvioni anche più catastrofiche di quelle in corso in Italia si sono verificate negli ultimi anni in paesi che additiamo a modello come Germania, Francia, Gran Bretagna, e morti in questi giorni ce ne sono in Svizzera, a dimostrazione che la violenza della natura può colpire anche chi lavora bene).
Per tornare alla politica, pare veramente saggia la decisione che sta maturando nel Pd di far slittare le primarie per i candidati alle elezioni regionali. Nella speciale classifica delle cose da risparmiare ai liguri, subito dietro le polemiche tra istituzioni viene appunto una fangosa competizione tra democratici aspiranti presidenti.
A dirla tutta, più che rinviarle a gennaio le primarie liguri potrebbero benissimo essere cancellate. Una politica sana dovrebbe poter regalare a una regione in grave difficoltà una proposta forte, indiscutibilmente valida, convincente, condivisa. L’ideale sarebbe che la soluzione scaturisse dallo stesso Pd ligure, che dimostrerebbe così una maturità degna del consenso da andare a chiedere in primavera agli elettori. Se non dovessero mettersi d’accordo, potrebbe intervenire il Nazareno: detto anche da cittadino romano, non sempre le primarie producono gli effetti migliori.

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