lunedì 3 novembre 2014

"La riforma porta più welfare e meno contributi. Non incoraggia il precariato"


Intervista a Enrico Morando di Francesco Maesano  
La Stampa 3 novembre 2014 
Jobs Act, secondo round. Tocca alla Camera esaminare la riforma del lavoro e si ai-riva a Montecitorio tra voci di scissione e accuse all`esecutivo di voler favorire un`ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro. «Chi avanza quel tipo di critica si concentra solo su singoli aspetti e ne trae un giudizio immotivato», spiega il viceministro all`Economia Enrico Morando. «Se guardasse il complesso non potrebbe seriamente sostenere che stiamo precarizzando».
Qual è il quadro?
«Già nella Legge di Stabilità c`è un potenziamento degli ammortizzatori sociali ma soprattutto abbiamo stabilito che sui nuovi assunti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ci sarà la fiscalizzazione totale degli oneri contributivi. Una potentissima riduzione dei costi per l`impresa che assume».
Il Jobs Act porterà crescita?
«La delega sul lavoro è una parte. Ma senza risorse rischiamo che la montagna di una discussione ampia e complessa come questa partorisca un topolino di nuovi posti di lavoro. Abbiamo tolto dalla base imponibile dell`Irap il costo del lavoro. Un incentivo molto grande».
Tradotto in percentuali?
«Rispetto ad oggi direi un risparmio vicino al 40 per cento».
l tempi: vi siete proposti di adottare i decreti delegati entro la prima metà del 2015.
«Credo che il confronto si possa già sviluppare in modo informale almeno sulle strutture portanti della legge delega per poter utilizzare da fine gennaio le provvidenze messe a disposizione dalla Legge di Stabilità».
Sul reintegro in caso di licenziamento disciplinare c`è spazio di mediazione?
«Credo che possa esserci l`impegno del Governo per non escludere il reintegro anche in quel caso».
Oggi Renzi incontra gli industriali in un`azienda dove la Cgil lamenta che da anni le viene negata la possibilità di indire assemblee sindacali.
«Per crescere dobbiamo sviluppare l`interlocuzione sia col sindacato che con i datori di lavoro. E poi nella Legge di Stabilità c`è la stabilizzazione degli 80 euro. Landini, che è un sindacalista corretto, l`ha giudicata un fatto positivo. È una decisione presa nella direzione dei rappresentati dal sindacato».
È il governo che si sostituisce al sindacato?
«Non è che si sostituisca. Segnalo solo che con queste misure stiamo affrontando problemi che i sindacati propongono da tempo».
A Terni sembra che sia l`azienda a non volere l`interlocuzione. Ha annunciato che pagherà gli stipendi «al ristabilimento della necessaria operatività aziendale».
«Una scelta sbagliata, non serve questo atteggiamento muscolare. La situazione dell`Ast ha bisogno interlocutori responsabili. I sindacati hanno dimostrato di esserlo e spero che lo sia anche la proprietà».


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