venerdì 15 settembre 2017

martedì 12 settembre 2017

iniziativa interessante da diffondere


Ecologia e ambiente due priorità per la Lombardia

Giorgio Gori  
12 settembre 2017
Dubito che Valter Veltroni potesse, ahimè, scegliere giorno più adatto per sferrare il suo pugno nello stomaco sul tema dei cambiamenti climatici, puntando l'indice contro l'inazione della politica e le mancanze del Partito Democratico. Le vittime del nubifragio a Livorno, Roma allagata, l'uragano Irma in arrivo dalla Florida. Cos'altro dobbiamo aspettare per darci una mossa?
La vedo dal punto di osservazione della mia regione, la Lombardia, regione che più di ogni altra in Italia contribuisce alle emissioni di CO2, così dannose per il clima, e che tra i suoi tanti primati ha quello della regione più inquinata del Paese. Aria, acqua e suolo sono stati maltrattati senza riguardo. Dico solo dell'aria, carica di polveri sottili come nessun altra in Europa, al pari solo con la Terra dei Fuochi. Il resto si vede: dissesto idrogeologico, razionamento idrico, danni all'agricoltura, devastanti bombe d'acqua. Per questo dico che è tempo di cambiare.
Su questi temi la politica regionale ha saputo solo balbettare. Noi ci proponiamo invece un potente cambio di passo, che tocchi in primo luogo la mobilità (è possibile che Paesi come l'Olanda, la Svezia, la Francia abbiano già fissato i tempi della transizione alla mobilità elettrica e qui si sia fermi a temporanee/estemporanee limitazioni per o diesel Euro3, senza alcun disegno strategico per la sostituzione del parco mezzi?), per affrontare su larga scala la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, e porre un freno allo sversamento dei nitrati nei fondi agricoli e nei corsi d'acqua.
C'è un sacco di lavoro da fare, un lavoro che porta lavoro per le imprese, occupazione e sviluppo. L'obiettivo è fare della Lombardia, oggi regione super-inquinata, una delle prime regioni green d'Europa, esempio e traino per una rivoluzione ecologica che coinvolga tutto il nostro Paese. È tempo di rimboccarsi le maniche.

sabato 9 settembre 2017

Sintonia di un pennivendolo

Quasi tutti i giornali italiani prendono sotto gamba il conflitto catalano che è potenzialmente esplosivo.
Già la Corte costituzionale e il pubblico ministero hanno prospettato di processare i capi secessionisti e chi organizza il referendum illegale (come è inevitabile che sia in uno Stato di diritto) e si profila la sospensione dell'autonomia regionale. Non si può neanche escludere a priori che si verifichino violenze.
La vicenda però parla anche a noi.
Quando alcuni degli attuali leader secessionisti cominciarono a prospettare indipendenza e referendum (mi riferisco in particolare a quelli moderati di Convergenza) non credevano davvero a quello che dicevano. Volevano solo prendere voti, alludendo all'idea populista che nella crisi economica se la Catalogna fosse stata da sola sarebbe stata meglio (il vero popolo sano tradito dal vincolo di uno stato ingiusto e cattivo). Quando però prendi voti sulla base di una certa retorica propagandistica, pur fasulla, e finisci al governo sei poi in qualche modo vincolato a seguirla. Ti potresti salvare solo se restassi all'opposizione perché avresti l'alibi di non avere il potere. Il dramma dei populisti se arrivano al Governo è che sono spinti ad applicare davvero ciò che dicono, anche se spesso non lo dicevano sul serio. 
Ora alcuni commentatori (a cominciare da Massimo Franco sul Corsera, in sintonia oggettiva con la proprietà del quotidiano) ci vogliono convincere che sia intervenuta una svolta moderata nel M5S perché non sarebbe più pro euro ma solo pro referendum sull'Euro. Già un certo Cameron vinse le elezioni promettendo un referendum sulla Brexit dicendo però che nel merito l'avrebbe avversata. Il solo annuncio di un referendum sull'euro seguito da una vittoria del M5S che lo rendesse inaggirabile, magari con un accordo post-elettorale con la Lega, sarebbe in grado di provocare una crisi verticale di credibilità del Paese. Altro che svolta moderata. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto qualcuno.
Stefano Ceccanti