mercoledì 26 novembre 2014

Riunione gruppo Pd su legge stabilità. Giachetti: «A che pro se poi ognuno fa quel che vuole?»

Redazione 
Europa  
Il vicepresidente della camera ricorda i passaggi che hanno portato al voto sul Jobs act e definisce «inutile teatrino» assemblee che risultano non vincolanti sulle decisioni prese a maggioranza
Dopo quanto accaduto ieri alla camera sul Jobs act Roberto Giachetti si chiede che senso abbia convocare una riunione del gruppo del Pd sulla legge di stabilità. La riunione è stata indetta per domani alle 15, proprio in vista dell’esame della legge più importante dell’anno.
Sul suo sito, il vicepresidente della camera e deputato dem ripercorre le fasi che hanno portato al voto sul Jobs act: «Ricordo bene – scrive – che quando si è riunita la direzione del partito per discutere e poi approvare praticamente all’unanimità il Jobs act proposto dal segretario, dalla minoranza si levarono voci per spiegarci che quella decisione non poteva non tenere conto dell’autonomia dei gruppi parlamentari e delle eventuali modifiche che in sede parlamentare si sarebbero potute e dovute realizzare».
Il lavoro, continua Giachetti – «è andato avanti ed è sotto gli occhi di tutti: il testo dopo un corposo confronto in ogni sede parlamentare, ed anche all’interno del Pd, ha subito sensibili modifiche (parole di Cesare Damiano) che lo hanno di molto migliorato e che, peraltro, hanno pedissequamente recepito il testo dell’odg approvato nella direzione del partito».
Quindi il deputato dem ricorda la riunione indetta dal capogruppo Speranza prima del voto finale e l’approvazione «a stragrande maggioranza» del nuovo testo. «Arrivati in Aula, come noto, una trentina di deputati del Pd hanno ignorato la decisione della direzione del Pd, le modifiche apportate in commissione e il faticoso lavoro di mediazione costruito nel gruppo e hanno deciso di fare come volevano: cioè non votare il Jobs act».
«A questo punto – conclude Giachetti – vorrei capire che senso ha tornare a riunire il gruppo e votare se poi queste decisioni non sono vincolanti e ognuno senza colpo ferire fa come vuole? Dichiaro pubblicamente che voterò a favore della legge di stabilità ed evito di partecipare a quello che qualcuno ha voluto trasformare in un inutile teatrino».

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