sabato 15 novembre 2014

«No, nessun vincolo sulle riassunzioni 
Ho avuto garanzie».


Corriere della Sera 15/11/14
Lorenzo Salvia
Presidente Cesare Damiano, avrà letto di Maurizio Landini: dice che la mediazione che lei ha fatto con il governo è una presa in giro, utile solo a conservare il posto ai parlamentari. 
«Sono frasi inappropriate, ma non voglio scendere a questo livello della polemica. Non mi interessa».

Se non una presa in giro cos’è quell’accordo?
«Un passo avanti importante non della minoranza del partito ma il frutto del lavoro di tutti i deputati Pd della commissione. Gli emendamenti su cui siamo d’accordo sono stati firmati sostanzialmente da tutti, renziani e non renziani».

Ncd protesta. Loro sono decisivi al Senato e dicono che il reintegro per i licenziamenti disciplinari ci sarà in pochissimi casi. Alla fine non cambierebbe molto.
«Molti adesso si rifugiano nelle interpretazioni. Nell’emendamento in questione non c’è scritto né limitato, né esiguo, né pochissimi. Si dice che il reintegro è possibile anche per i licenziamenti disciplinari previa qualificazione della fattispecie. Una formulazione che proprio Ncd aveva impedito di aggiungere al Senato. E che invece adesso c’è».

I casi specifici saranno indicati nelle norme attuative. L’ipotesi è che sia possibile solo quando il licenziamento viene fatto sulla base di un fatto che poi si rivela falso.
«Lo vedremo. Ncd dice di aver avuto assicurazioni? Anche noi abbiamo avuto assicurazioni sia da Lorenzo Guerini sia da Filippo Taddei che i decreti attuativi saranno verificati preventivamente con noi. Non decideremo a “babbo morto”».

Ncd vorrebbe anche che, quando il giudice dispone il reintegro, l’azienda possa comunque scegliere l’indennizzo pagando una somma più alta. Non vorrebbe dire cancellare di nuovo il reintegro?
«È un’ipotesi che non ho mai considerato e non condivido. Non discuto di cose che non esistono».

Renzi dice che deve essere tutto pronto per il primo gennaio. Le sembra possibile?
«Non facile ma possibile. Bisogna fare uno sprint».

Voi dite che la mediazione ha migliorato la riforma. Ma, nel suo complesso, il Jobs act aiuterà l’occupazione?
«Mi auguro di sì anche se non credo agli incentivi di durata triennale. Dovrebbero essere più lunghi e concessi solo in caso di continuità produttiva e occupazionale. Altrimenti c’è il rischio del “prendi i soldi e scappa”. Poi c’è un altro problema: tutte le regole valgono solo per i nuovi assunti. Questo rafforza quella spaccatura tra giovani e anziani che già adesso è molto forte. Per questo noi avevamo suggerito che il nuovo contratto a tutele crescenti prevedesse un periodo lungo senza articolo 18 per poi passare alle garanzie che ci sono oggi, estese a tutti...».

Dica la verità, le sarebbe piaciuto essere in piazza.
«Rispetto il sindacato, rispetto gli scioperi che sono il sale della democrazia e sapesse lei quanti ne ho organizzati. Ma bisogna distinguere tra sindacato e azione parlamentare. E lo ripeto, noi in Parlamento la riforma l’abbiamo migliorata».

Le minacce a Taddei, che per questo ha avuto la tutela?
«Un fatto gravissimo, ha tutta la mia solidarietà. Non sempre siamo sintonizzati sulle stesse idee ma ha lavorato tantissimo per arrivare ad un accordo» .




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