sabato 23 agosto 2014

Iraq. Ambasciatore Iraq a Di Battista: impossibile dialogo terroristi


Roma, 22 ago. (TMNews)

Dialogare con i terroristi è “impossibile” ma “se l’onorevole Alessandro Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto: può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo Mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio di cristiani e musulmani come sta avvenendo in questi giorni”. A parlare è l’ambasciatore iracheno Saywan Barzani il quale si è detto tuttavia convinto che “è impossibile per chiunque intavolare discussioni con questa gente”.
Contattato da TMNews, l’ambasciatore Barzani ha commentato le parole del deputato di M5S, che sabato scorso, analizzando la crisi irachena aveva scritto su facebook: “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà”.
Riferendosi a queste dichiarazioni di Di Battista, il diplomatico iracheno ha detto: “Diamo il benvenuto a qualsiasi iniziativa lodevole, quindi anche a quella dell’onorevole Di Battista, atta a porre fine al massacro della minoranza cristiana e yezidi nel Nord del Paese dove i terroristi seminano il terrore uccidendo bambini e rapendo donne su base unicamente identitarie”.
Di Battista, oggi, dopo la decapitazione del repoter americano James Foley per mano dei jihadisti, è tornato sulla questione, con uno strascico di polemiche. “A James Foley – ha scritto sul suo profilo facebook il deputato M5s – hanno messo addosso una divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib”.

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