Il premier non è uno che all'inizio non media. Ma poi si siede al
tavolo anche per troncare lo spettacolo che palazzo Madama sta dando
Una volta incassato il via libera al senato non elettivo,
premessa necessaria per superare il bicameralismo perfetto, ieri Matteo
Renzi si è infine seduto al tavolo della mediazione con l’opposizione
disponibile a discutere, segnatamente Sel (giacché i grillini appaiono
ormai fuori controllo anche sul piano emotivo e sulla Lega è meglio
tacere). Mossa giusta, anzi necessaria.
Forse un leader politico della Prima repubblica, o educato a quella
scuola, lo avrebbe fatto prima. Subito. Ma Renzi è fatto in un altro
modo. Va dritto. Non inizia mediando. Inizia “menando”. La mediazione,
semmai, viene dopo, quando lui si sente in una posizione di forza ancora
maggiore.
Ma c’è anche una ragione diversa. Che ha a che fare con l’orribile spettacolo che abbiamo visto andare in scena nella bomboniera
di palazzo Madama, un susseguirsi di comportamenti spesso maleducati,
quando non violenti, oltraggiosi nei confronti del presidente
dell’assemblea e dello stesso governo, irrispettosi della grammatica
istituzionale. Tutta roba che si rovescia certamente contro i
responsabli – M5S, e anche Lega – ma che non fa bene alla politica in
generale e dunque neppure al capo del governo che di questa fase
politica è il principale protagonista. Se è così, è giusto che Renzi
abbia deciso che fosse meglio darci un taglio, riprendendo la via della
politica e della mediazione e tentare così di velocizzare ulteriormente
il dibattito.
Il risultato è che il governo molto probabilmente porterà a casa la
riforma del senato entro la settimana prossima. Sarebbe un ottimo
successo. Vedremo se sarà così, rispetto alla tempistica.
Quel che è sicuro, sul piano politico, è che il presidente del
consiglio dimostra di saper coniugare l’impeto rottamatorio con una
certa abilità tattica (che in alcuni casi appare persino troppo
disinvolta, come nel caso del dietrofront sul no alle preferenze). Il
che, se da un lato smentisce nel modo più palese presunte tendenze
autoritarie del governo, dall’altro lascia intravedere un ritorno alla
pratica dell’ascolto e del compromesso: insomma, una stagione di questo
esecutivo politicamente più matura.
Nessun commento:
Posta un commento