LIANA MILELLA
La Repubblica - 4/8/14
Mercoledì Orlando presenta ai
capigruppo di maggioranza le novità del suo progetto: stretta alla
pubblicazione delle intercettazioni e intervento soft sulla
responsabilità dei giudici. Nessuna modifica alla concussione
Una deadline, quella del 20 agosto, che
costringerà via Arenula alle tappe forzate. Scelte, come quella
sulla stretta al ricorso in appello, alla prescrizione bloccata dopo
la sentenza di primo grado, alle intercettazioni non pubblicabili,
alla concussione, che toglierebbero il sonno anche a un orso in
letargo. Un confronto, quello con Forza Italia e inevitabilmente con
Berlusconi, destinato a trasformare il dibattito sulla giustizia in
un’arena. Non può che essere caldo l’agosto del Guardasigilli
Andrea Orlando che, come sempre, misura i toni e cerca di tenerli al
minimo, pur se intorno a lui c’è grande agitazione, anche per le
nomine di uffici importanti, come il Dipartimento delle carceri e
l’ispettorato, scoperti ormai da un paio di mesi. I 12 punti della
riforma — sommariamente discussi a palazzo Chigi, nel consiglio dei
ministri del 30 giugno, ma ufficializzati dal premier Renzi e da
Orlando in conferenza stampa — dovranno diventare altrettanti
articolati, pronti a settembre per il consiglio dei ministri e per il
dibattito in Parlamento.
Le novità sono presto dette. È
probabile che lo stesso Orlando cominci ad annunciarle mercoledì
prossimo alle 12 quando, nella famosa stanza che fu di Togliatti,
incontrerà i capigruppo parlamentari della maggioranza, in vista del
confronto politicamente più delicato, quello con le opposizioni e in
particolare con Forza Italia. Il governo sta studiando una formula
morbida per la responsabilità civile dei giudici, i cui contenuti
dovrebbero essere messi online già questa settimana, in modo da
escludere quella diretta (votata alla Camera anche da Forza Italia su
emendamento del leghista Pini), mantenere la formula del «dolo e
colpa grave», garantire «la libera interpretazione della legge»,
ma eliminare del tutto il filtro del tribunale che finora ha di fatto
bloccato i ricorsi.
Poi il tema caldo della riforma del
processo penale, per cui si sta pensando di ridurre le griglie per il
ricorso in appello, senza eliminare la possibilità, ma limitandolo
ai casi effettivamente necessari. Nella logica di accorciare i tempi
del processo, si lavora anche a un intervento sui poteri dei gup, i
giudici dell’udienza preliminare che ormai molto spesso dura quanto
un intero grado del giudizio. Sulla prescrizione l’orientamento che
sta prevalendo tra i tecnici del Guardasigilli è di fermare
l’orologio alla sentenza di primo grado. La stretta sulle
intercettazioni riguarderà l’impossibilità di pubblicare quelle
di persone non indagate. Delusione invece per chi si aspettava una
marcia indietro sulla concussione per riunificare il reato diviso in
due dall’ex Guardasigilli Severino. È praticamente certo che resta
tutto com’è adesso.
Per ora, nella sua road map, Orlando
vuole assicurarsi che la maggioranza sarà compatta nell’attendere
il governo pur in presenza di provvedimenti in discussione da tempo
tra Camera e Senato, come la responsabilità civile e le norme su
falso in bilancio e riciclaggio. Quanto a Berlusconi, Orlando non lo
nomina neppure. Rifugge dalla polemica su una trattativa che potrebbe
vedere dall’altra parte del tavolo un condannato definitivo. Con
questa realtà dovrà fare i conti, ma al momento inutile chiedergli
se per la riforma della giustizia si andrà a un nuovo patto del
Nazareno. Per ora l’emergenza di Orlando è quella di completare i
suoi 12 punti e poi di mettere al più presto online anche gli
articolati.
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