Corriere della Sera 21/08/14
Ronald Lauder
presidente del
Congresso ebraico mondiale
Perché il mondo tace mentre i
cristiani sono sterminati? In Europa e negli Stati Uniti abbiamo
assistito a dimostrazioni di massa per la morte dei palestinesi,
usati come scudi umani come copertura per il lancio di razzi da parte
delle organizzazioni terroristiche di Gaza. L’Onu fa le sue
indagini e indirizza la sua attenzione solo su Israele. Ma il
terribile massacro di migliaia e migliaia di cristiani nei modi più
barbari è stato accolto con assoluta indifferenza.
Le comunità
cristiane del Medio Oriente e di parte dell’Africa centrale stanno
scomparendo più o meno allo stesso modo nel quale in Europa ottanta
anni fa gli ebrei furono uccisi o si diedero alla fuga. Poche
proteste si levarono sulle campagne di epurazione naziste del 1930
prima che fosse troppo tardi, e come allora, il silenzio di oggi è
altrettanto assordante. Gli storici guarderanno a questo periodo
chiedendosi se le persone avessero veramente perso la ragione.
Pochissimi i giornalisti che hanno potuto testimoniare in Iraq
l’ondata di terrore simil-nazista che sta invadendo il Paese. Le
Nazioni Unite sono state per lo più immobili. I leader mondiali
sembrano essere impegnati in altre questioni in questa strana estate
del 2014. Non ci sono «flottiglie» umanitarie in viaggio verso la
Siria o l’Iraq. Perché le grandi celebrità e le invecchiate
stelle del rock non sono preoccupate quando sono i cristiani ad
essere macellati?
Lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria
(Isis) non è una semplice coalizione di gruppi jihadisti. Si tratta
di una vera e propria forza militare che è riuscita a conquistare
gran parte dell’Iraq, con un modello economico vincente che
diffonde in punta di lancia dispensando omicidi a sangue freddo.
L’Isis prende i soldi dalle banche ed usa le estorsioni vecchio
stile per finanziare la sua macchina di morte. Sistema che lo ha reso
forse il più ricco gruppo terroristico islamico al mondo. Ma dove
eccelle veramente è negli eccidi a sangue freddo che rivaleggiano
con le carneficine medievali. Lungo il suo cammino l’obiettivo
principale sono diventate tutte le comunità cristiane incontrate,
purtroppo molto numerose.
Un uomo d’affari caldeo-americano di
nome Mark Arabo intervistato dalla Cnn ha descritto questa scena in
un parco di Mosul, «… decapitano bambini e mettono la loro testa
su dei bastoni. Per ogni nuovo bambino ucciso, altre madri violentate
e uccise, e i padri impiccati».
Ora, dove sono le proteste?
Dove sono le grandi manifestazioni di massa con i cartelli e gli
slogan urlati? Dov’è la rabbia e lo sdegno?
In un discorso
davanti a migliaia di cristiani a Budapest lo scorso giugno, ho fatto
una promessa solenne: così come non rimarrò in silenzio di fronte
alla crescente minaccia dell’antisemitismo di destra e sinistra in
Europa e Medio Oriente, non sarò mai indifferente alla sofferenza
cristiana. Ebrei e cristiani leggono la stessa Bibbia, la loro
religione condivide la stessa base comune e ora, purtroppo, essi
condividono un tipo di sofferenza che li ha presi di mira per una e
una sola ragione: muoiono a causa delle loro convinzioni. Muoiono
perché sono stati presi di mira da assassini, perché sono indifesi
e perché il mondo è indifferente alle loro sofferenze.
Ma
questo può e deve essere fermato. Invito i leader mondiali a
riunirsi insieme, non per parlare, ma per agire. Abbiamo bisogno di
una coalizione formata da uomini e donne di buona volontà per unirsi
e fermare questo abominio. Non siamo impotenti. Scrivo questo come
cittadino della più forte potenza militare sulla terra. Scrivo
questo come leader ebreo che si preoccupa per i suoi fratelli e
sorelle cristiani. Questa ondata di morte deve essere fermata. Ora.
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