GIOVANNI PONS
La Repubblica - 1/8/14
Il caso. Il direttore lascerà il suo
posto la prossima primavera “Non mi sono dimesso io”. Accordo con
l’azienda per 2,5 milioni di buonuscita La decisione ha colto di
sorpresa molti azionisti e anche parte del cda
Il direttore del Corriere della Sera ,
Ferruccio de Bortoli, ha raggiunto un accordo con l’azienda per
lasciare la conduzione del giornale nella primavera 2015, con
l’approvazione del bilancio 2014 di Rcs Mediagroup e la scadenza
dell’attuale consiglio di amministrazione. La decisione, arrivata
dopo il rincorrersi di molte voci nei mesi scorsi riguardo gli
attriti tra il direttore e l’amministratore delegato Pietro Scott
Jovane, è maturata nell’ultima settimana e ha colto di sorpresa
diversi azionisti e anche alcuni componenti dello stesso cda. «Ho
sperato che ci fosse la possibilità di un nuovo inizio ma,
verificato che non c’erano assolutamente le condizioni, alla fine
ho accettato la proposta di uscita che mi è stata fatta dall’azienda
- ha dichiarato de Bortoli a Prima Comunicazione -. Lascerò la
direzione del Corriere della Sera il 30 aprile 2015. Comunque non ho
dato io le dimissioni».
Secondo quanto si è potuto ricostruire
la spinta verso l’uscita al direttore è stata impressa da un
comitato ristretto formato da Luca Garavoglia, consigliere molto
vicino a John Elkann (la Fiat è il primo azionista di Rcs con il
16,7%), dal presidente Angelo Provasoli e dall’ad Scott Jovane. Una
cena tra Garavoglia e de Bortoli organizzata dall’amico comune
Roger Abravanel, ex consulente di McKinsey, è stata l’occasione
per definire i termini dell’intesa che sono poi stati ratificati
ieri mattina dai restanti componenti del cda ad eccezione di
Piergaetano Marchetti che era assente per malattia.
A parte la Fiat, non sembra che gli
altri grandi azionisti fossero stati informati dell’iniziativa. Sia
Giovanni Bazoli sia Diego Della Valle, sia Marco Tronchetti Provera
che Urbano Cairo, pare abbiano appreso dell’uscita di de Bortoli a
cose fatte, anche perché con la dissoluzione del patto di sindacato
di Rcs avvenuta lo scorso autunno non esiste più un organo di
consultazione degli azionisti per le materie più importanti, dalle
nomine al bilancio. La competenza è tutta del cda che ha ritenuto
anche di far coincidere il cambio del direttore con la propria
scadenza cosicchè la decisione finale sul nuovo direttore verrà
presumibilmente presa dal nuovo consiglio. A de Bortoli, entrato nel
gruppo Rizzoli alla fine del 1973, è stata riconosciuta una
buonuscita di 2,5 milioni comprensiva di un patto di non concorrenza
fino al 2016 e la possibilità di partecipare «al processo di
individuazione del nuovo direttore, in supporto al comitato nomine
della società». Ma non sarà un processo facile visti i nove mesi
di “totonomine” che si hanno davanti e i comprensibili interventi
degli azionisti più importanti in reazione al colpo d’acceleratore
sul cambio del direttore che è stato verosimilmente pilotato dalla
Fiat.
Dopo le baruffe dei mesi scorsi
sembrava infatti avviata la fase del disgelo tra i due contendenti
Elkann e Della Valle, suggellata anche da un recente incontro
avvenuto a Milano, ma ora tutto potrebbe tornare in alto mare. Nel
mirino degli azionisti scontenti c’è sempre la gestione poco
incisiva di Scott Jovane che è ancora lontano dal portare la casa
editrice sulla via dell’efficienza e della redditività. I conti
semestrali approvati ieri dal cda mostrano ancora una perdita netta
di 70 milioni con oneri non ricorrenti per 25 milioni che hanno
portato il rosso operativo a 65,1 milioni su un fatturato in netta
diminuzione da 647,5 a 611,1 milioni. L’indebitamento finanziario,
inoltre, è tornato a crescere, da 474,3 milioni di fine 2013 fino a
518,2 milioni e l’ulteriore trattativa con le banche per la
rinegoziazione del prestito da 600 milioni del giugno 2013 non sembra
sufficiente a scongiurare l’eventualità di un altro aumento di
capitale. Il bilancio 2013 non era stato votato da Della Valle ed era
stato bocciato da Cairo, entrambi scettici sul taglio dei costi e sul
raggiungimento degli obbiettivi del piano industriale dell’ad. Il
mercato, dal canto suo, ieri ha salutato l’addio di de Bortoli e i
conti semestrali con un calo del titolo Rcs del 2,53%.
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