lunedì 25 agosto 2014

Il nuovo cronoprogramma del governo.


Corriere della Sera 25/08/14
Marco Galluzzo

«Venerdì prossimo sarà il calcio d’inizio dei mille giorni che cambieranno il Paese». Matteo Renzi ha concluso ieri le sue vacanze, otto giorni in Versilia, con una pausa lampo in Iraq, e da stamattina a Palazzo Chigi riprenderà la normale attività di governo.

Lo attendono riunioni con il suo staff, con i ministri, Lupi e Giannini in testa, coinvolti nei provvedimenti che venerdì prossimo porterà sul tavolo del governo. La riforma della scuola, sulla quale promette «grandi sorprese all’insegna del merito e dell’autonomia» per tutto il sistema educativo italiano; la riforma della giustizia civile, dopo ampie triangolazioni con il Quirinale e consultazioni con tutti gli interlocutori del settore giudiziario, riforma pensata in primo luogo per attirare maggiori investimenti esteri; infine il cosiddetto Sblocca Italia, provvedimento a cui forse tiene di più, che porterà con sé probabilmente una short list di opere pubbliche finanziate ma attualmente bloccate dalle pastoie burocratiche e che punta a riscrivere in modo profondo le regole degli appalti, delle conferenze di servizi e delle autorizzazioni.

Ma i tre provvedimenti in cantiere per venerdì sono per Renzi solo «il calcio d’inizio», l’idea che il presidente del Consiglio sta accarezzando è quella di presentare un vero e proprio cronoprogramma delle riforme dei prossimi tre anni, da offrire in garanzia sia agli investitori internazionali sia alle istituzioni di Bruxelles.

Per questo motivo venerdì prossimo potrebbe essere in qualche modo una sorta di D-day del governo: scuola, giustizia civile, cantieri e regole nuove per farli marciare, ma anche tutto il resto; il governo italiano intende comunicare il programma più ampio su cui si impegna per «cambiare davvero il Paese in profondità».

Sarebbe una mossa di sicuro impatto mediatico ma anche un segnale diretto alle istituzioni di Bruxelles, soprattutto alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali. Il giorno dopo il presidente del Consiglio sarà a Parigi, vertice dei socialisti convocato da Hollande, con cui il presidente francese cerca di ritagliarsi una ribalta utile a fini interni e che invece per Renzi sarà l’occasione per cercare di «blindare» la candidatura del nostro ministro degli Esteri, Federica Mogherini, al ruolo di alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea. Oggi a Palazzo Chigi si terranno probabilmente le riunioni di staff per preparare i tre provvedimenti di venerdì prossimo e il capo del governo nelle prossime ore si confronterà con i ministri maggiormente interessati alla definizione dei provvedimenti, da Maurizio Lupi (Infrastrutture) a Stefania Giannini (Pubblica istruzione) ma forse il faccia a faccia più importante sarà quello, oggi o nei prossimi giorni, con Carlo Cottarelli: sarebbe la prima volta che i due si incontrano dopo le polemiche degli ultimi mesi. Secondo il commissario alla spending review molti provvedimenti di taglio alla spesa pubblica sono ormai maturi per un’adozione definitiva: l’abbassamento delle luci stradali in alcune zone, la chiusura di molte sedi regionali territoriali, il tariffario dei beni acquistabili tramite un’unica centrale d’acquisto, la Consip, lo sfoltimento di alcune migliaia di società partecipate dagli enti locali.

Un incontro che probabilmente sarà decisivo anche per la prossima definizione della legge di Stabilità: secondo il Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria, per restare in equilibrio il bilancio italiano ha bisogno di almeno 17 miliardi di euro di tagli. Sino a ora Cottarelli ha offerto un ampio ventaglio di ipotesi d’intervento, toccherà al presidente del Consiglio decidere su quali settori intervenire e quali capitoli della spesa pubblica siano sacrificabili cercando di minimizzare al massimo l’impatto sul tessuto sociale ed economico, così come più volte chiesto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.




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