RODOLFO SALA
La Repubblica - 1/8/14
Sindaco Pisapia, tra Pd e Sel volano
gli stracci. Preoccupato?
«Molto. Ma non per Milano, dove i
rapporti tra i due partiti sono ottimi».
La sua è una giunta nettamente di
sinistra, e lei non è del Pd. Davvero non teme ripercussioni?
«Ci sono delle differenze, ma il
rapporto è assolutamente costruttivo, prevale sempre la volontà di
dialogo ».
Resta il fatto che a Roma sono
scintille.
«Così non è possibile andare avanti.
Io mi appello a entrambi i contendenti: basta, fermatevi, deponete le
armi. E parlatevi».
Sarà dura. Renzi ha appena detto di
escludere alleanze con «uno che mi accusa di aver stuprato la
Costituzione», e questa è per Vendola...
«Gli insulti, reciproci, non servono.
A me sembra assurdo che il presidente del Consiglio parli di riforme
con tutti, Berlusconi, Verdini, i 5Stelle, Calderoli, il Ncd che sta
al governo. E che arrivi poi a individuare il nemico in Vendola e
Sel. Questa guerra fratricida nel centrosinistra deve cessare,
dobbiamo essere tutti consapevoli che alla fine un rapporto va
ristabilito sulla base di valori comuni che pure ci sono».
Tutta colpa di Renzi?
«No. Ho sempre detto, e lo confermo,
di ammirare il suo coraggio e la sua forza di andare controcorrente.
Alla base del suo successo c’è il cambiamento che il Paese voleva
e che lui ha saputo interpretare. Io rifiuto le sabbie mobili, i veti
incrociati, l’immobilismo, lo strapotere della burocrazia e della
politica paludata».
Sta arrivando un “però”?
«È sbagliato dialogare con tutti, e
non con chi dovrebbe essere, e ci metterò tutto il mio impegno
perché in futuro sia, il tuo alleato ».
Il problema è l’ostruzionismo.
«La mia esperienza, anche
parlamentare, mi dice che l’eccesso di emendamenti può andar bene
per ottenere visibilità. Ma è inefficace se si vogliono davvero
cambiare le cose. Meglio presentarne pochi, concentrati su temi
essenziali, e cercare di migliorare il testo in discussione».
Sel deve rinunciare all’ostruzionismo?
«Rinunci a un’arma che non serve a
ottenere risultati, si impegni a fare quel che aveva promesso:
un’opposizione costruttiva ».
E Renzi?
«Smetta di accusare chi non è
d’accordo di voler solo conservare le poltrone. Addirittura
mettendo in discussione l’alleanza di centrosinistra che governa la
gran parte delle città e delle Regioni. Renzi deve chiarire
innanzitutto una cosa».
Quale?
«Se ritiene valida anche per il futuro
la colazione che sta guidando. Se fosse così, non condividerei una
scelta che non rispecchia neppure la volontà di tanti che hanno
votato Pd. Ma è lui che lo deve dire».
Vendola, invece?
«Nichi parla di Sel come di un partito
di governo, non al governo. Ma non può non assumersi la
responsabilità di indicare un obiettivo giusto: la fine del
bicameralismo perfetto. Purtroppo il governo non sta andando in tale
direzione: bisognava eliminare il Senato e contemporaneamente
rafforzare il rapporto tra Stato ed enti locali. Comunque adesso c’è
la garanzia che alla fine del percorso parlamentare ci sarà un
referendum dove decideranno i cittadini, e non i parlamentari. Sono
contrario alla dittatura della maggioranza, ma anche a quelle delle
minoranze che ricorrono a un ostruzionismo esasperato».
Che cosa succederà quando, prima o
poi, ci saranno le elezioni politiche?
«Molto dipenderà dal Pd. Io spero che
si possa ricostituire un’alleanza con Sel, anche valorizzando il
civismo, che ha un ruolo importante a livello locale. Certo,
bisognerà trovare delle regole: ad esempio sulle decisioni più
importanti ci si confronta e prevale il voto della maggioranza. Renzi
sia consapevole che nel 40 per cento andato al Pd ci sono molti
elettori di Sel contrari alla scelta della lista Tsipras, e altri che
non volevano consegnare il primato a Grillo. Quei voti non sono
acquisiti per sempre».
Lei sta dando un colpo al cerchio e uno
alla botte...
«Non è equidistanza, ma il timore che
dal basso stia montando la delusione. Perché si mette mano alle
riforme istituzionali, ma senza dare risposte ad altri grandi temi,
su tutti il lavoro e i diritti civili e il lavoro. C’è il rischio
che una delusione cocente faccia perdere il grande consenso ottenuto
alle elezioni europee».
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