Mario Sensini
La squadra è fatta, pronta ad
entrare all’opera a metà settembre con l’esame della Nota di
Aggiornamento al Documento di economia e finanza. Un documento
chiave, che svelerà la reale dimensione della difficile manovra di
bilancio che si prospetta nel 2015. E che per la prima volta nella
storia della Repubblica, mentre proprio in questi giorni si rinfiamma
l’annosa polemica tra gli eletti ed i tecnocrati, sarà valutato e
certificato da un’Autorità nuova di zecca, l’Ufficio
Parlamentare di Bilancio, una struttura prevista dai nuovi accordi
europei, composta da tecnici e indipendente dalla politica.
Ancor
più indipendente, almeno sulla carta, della temutissima Ragioneria
dello Stato, che è pur sempre un Dipartimento del Ministero
dell’Economia, ed incaricata di un ruolo delicatissimo. La legge di
attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione che impone il
pareggio di bilancio, affida all’Ufficio il compito di “validare”
le previsioni economiche e di bilancio, calcolare l’impatto dei
provvedimenti legislativi più importanti, monitorare l’andamento
del bilancio e soprattutto di accendere la “spia rossa” non
appena si verifichi uno scostamento dagli obiettivi.
Proprio in
questi giorni il Consiglio dell’Ufficio, guidato da Giuseppe
Pisauro, professore di Economia alla Bocconi e tra i fondatori del
sito lavoce.info, ha fatto le prime assunzioni per ricoprire i ruoli
chiave. Nella struttura che si occuperà dell’analisi e della
ricerca economica, quella che dovrà bollinare le previsioni
economiche del governo, sono stati chiamati Maria Cristina Mercuri,
dirigente dell’Istat distaccata al ministero dell’Economia,
Flavio Padrini, dirigente del Mef e fino a ieri alla Rappresentanza
presso la Ue, incaricato dei rapporti con il Consiglio Ecofin, e
Corrado Pollastri, primo ricercatore dell’Istat.
Lo stesso
Pisauro ha incontrato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia,
Pier Carlo Padoan, il direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via,
ed il Ragioniere Generale, Daniele Franco, per concordare il
protocollo per la trasmissione di tutti i dati contabili ed economici
utili al lavoro dell’Ufficio, che potrà avvalersi dell’accesso
diretto alle banche dati dell’amministrazione pubblica, che dovrà
prestare, c’è scritto nella legge istitutiva, «ogni forma di
collaborazione ritenuta utile». A guidare l’attività
dell’Autorità, oltre a Pisauro, ci saranno Alberto Zanardi,
professore di scienza delle finanze, e Chiara Goretti, fino a pochi
giorni fa consigliere economico dello stesso Padoan.
I
regolamenti interni sono stati messi a punto e inviati ai presidenti
delle Camere per il previsto parere, e per metà agosto la struttura
la struttura sarà operativa. Più o meno negli stessi tempi dovrebbe
essere definita la nuova squadra degli esperti economici che il
premier, Matteo Renzi, vuole con sé alla Presidenza del Consiglio.
Nel team di Palazzo Chigi, che sarebbe coordinato da Yoram Gutgeld ,
consigliere economico del premier, e da Filippo Taddei, responsabile
economico del Pd, dovrebbe arrivare anche Marco Fortis, esperto di
economia industriale. Ci saranno Veronica De Romanis, economista,
Tommaso Nannicini, che insegna econometria, e Marco Simoni,
professore a Londra, tra l’altro consigliere del vice ministro
Carlo Calenda. Non entrerebbe nella squadra, invece, il rettore della
Bocconi Guido Tabellini, di cui si era fatto il nome nei giorni
scorsi.
Alcuni andranno a ricoprire incarichi di gabinetto o
nella struttura della Presidenza, e non è ancora chiaro se questa
sorta di cabina di regia verrà formalizzata come tale. Certo è che
Renzi vuol avere in mano il polso dell’economia, e che al “tecnico”
Padoan, a suo tempo consigliere economico a Palazzo Chigi, quando
all’Economia c’era Carlo Azeglio Ciampi, la cosa non dispiace. Al
ministero dell’Economia, in ogni caso, non considerano la creazione
del super consiglio economico a Palazzo Chigi come un
commissariamento. Se c’è qualcosa destinata a cambiare gli
equilibri della discussione di politica economica, dicono, quella
sarà proprio l’Autorità indipendente di bilancio
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