mercoledì 27 agosto 2014

Ennesima tregua tra Israele e Hamas 
i Segnali che possa durare davvero.


Corriere della Sera 27/08/14
Davide Frattini

Al cessate il fuoco numero 12, Hamas dà il via libera per celebrazioni nelle strade di Gaza, spari di kalashnikov in aria e colpi di clacson dalle auto in corteo. È il segno che questa volta la tregua potrebbe resistere, è il simbolo di quanto l’organizzazione fondamentalista controlli le informazioni che vengono veicolate ai palestinesi di Gaza.

L’intesa ottenuta dai mediatori egiziani — per quel che emerge — non sembra diversa dalle concessioni che i capi del movimento avrebbero potuto ottenere una settimana fa o addirittura dopo una settimana di conflitto. Senza gli oltre duemila morti e la distruzione massiccia, intensificata in questi ultimi giorni. Eppure bisogna gridare vittoria, perché adesso è questione di sopravvivenza politica, dopo aver dimostrato di poter resistere (almeno per cinquanta giorni) all’esercito israeliano.

La Striscia ha bisogno di aiuti urgenti, la ricostruzione deve cominciare al più presto (di questo parla per ora l’accordo: una riapertura dei valichi che permetta il flusso di materiali). Abu Mazen, il presidente palestinese, vuole essere incaricato di controllare quel che entra e quanto in fretta, è il ruolo che i generali egiziani stanno provando a garantirgli, una mossa per ridargli — in parte — potere a Gaza, da dove i miliziani fondamentalisti lo hanno estromesso sette anni fa.

Benjamin Netanyahu, il premier israeliano, ha ripetuto fin dalle prime ore del conflitto che la formula per uscirne sarebbe stata «la calma per la calma». Per questo gli israeliani hanno accettato i tentativi successivi — e falliti in successione — per fermare gli scontri ed è per questo che l’aviazione non riprenderà i bombardamenti se i lanci di razzi da Gaza non ripartiranno. Adesso il premier dovrà guardarsi da altri colpi, quelli politici, che i ministri del suo governo hanno cominciato a sparare contro di lui durante la gestione della guerra.

Gli analisti già parlano di elezioni anticipate.




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