Michele Serra
Ha iniziato la propria carriera di giornalista all'Unità,
all'interno del quale ha contribuito con inserti umoristici leggendari
come "Tango" e "Cuore". Ora che lo storico quotidiano rischia di chiudere per sempre,
Michele Serra invita giornalisti e lettori a una riflessione
controcorrente: "Oso chiedervi di non cercare un colpevole se non nel
tempo che passa e smonta di continuo ciò che abbiamo montato con tanta
pazienza e passione".
I giornali e i partiti, scrive Serra nella
sua "Amaca" odierna, non considerati anticaglie dalle nuove generazioni.
Bisogna dunque accettare i cambiamenti: "Trovatemi qualcuno, al di
sotto dei trentacinque anni, che consideri un partito o un giornale
parte decisiva della propria identità. Figurarsi un giornale di partito.
Che indossi una testata così come la indossavamo noi, che appena svegli
si andava all'edicola per avere sottobraccio o in tasca 'il nostro
giornale'". Oggi i giovani non vogliono spendere per leggere notizie:
"Ora anche il centesimo, nel mare delle news nel quale pescare a piene
mani, e gratis, pare un macigno".
Il giornalista, ora collaboratore a Repubblica e tra gli autori di Che tempo che fa,
invita dunque i 'nostalgici' ad abbandonare i feticci dell'età
giovanile: "Non è finito il mondo, ovvio, ma il nostro mondo sì".
Nessun commento:
Posta un commento