venerdì 29 agosto 2014

Sblocca-Italia e riforma della giustizia, cos’ha detto Renzi in pillole

Redazione Europa  

La conferenza stampa del premier dopo il consiglio dei ministri
Gelato
Il primo ad entrare nel cortile di palazzo Chigi è il carretto dei gelati. Poi arriva anche Matteo Renzi che si fa servire con i suoi gusti preferiti: crema e limone. Dopo la gag nel cortile inizia la conferenza stampa.
Passo dopo passo
«Bisogna uscire dall’idea – spiega il premier – che basti una legge per cambiare il paese. Per cambiare il paese servono le persone e un lavoro puntuale. “Passo dopo passo” sarà il claim di tutti i mille giorni e il riferimento che troverete da lunedì sul sito dedicato».
Grandi opere, 10 miliardi in 12 mesi
«Nei prossimi 12 mesi 10 miliardi saranno destinati a sbloccare le opere», ha detto il premier Matteo Renzi spiegando che la Napoli-Bari e la Palermo-Messina partiranno nel 2015, con due anni d’anticipo.
Gasdotto
Il 20 settembre sarò a Baku per il via libera al gasdotto Tap che oggi per la Valutazione d’Impatto Ambientale e per la norma del Dl è definitivamente sbloccato, ha spiegato il premier.
Riforma della scuola
La riforma della scuola «è pronta» e sarà presentata mercoledì, non è stata presentata oggi «per evitare un eccesso di carne al fuoco», ha spigato Renzi.
Riforma della giustizia
Una vera e propria “rivoluzione”, che passa dal dimezzamento dell’arretrato della giustizia civile, dalle nuove norme sul falso in bilancio e sulla prescrizione, alle norme sulle responsabilità civile dei magistrati secondo il principio di “chi sbaglia paga”, fino alla delega sulle intercettazioni.
Vertice sulla crescita
La presidenza italiana «si incaricherà di organizzare per il 6 ottobre un appuntamento, un vertice ad hoc, per discutere della crescita. L’Italia ha le sue cose da fare e le sta facendo, ma la stagnazione dell’Europa si affronta con una strategia forte».
«L’Italia conferma tutti i propri impegni, come detto da Padoan, in primo luogo il 3% – ha sottolineato il presidente – Noi rispettiamo il Patto, ma il Patto si chiama di stabilità e crescita. Non mettiamo a rischio la stabilità, ma guardiamo anche alla crescita», ha ribadito. E «il piano da 300 miliardi di Juncker è significativo e importante, lo prendo terribilmente sul serio. Il 6 ottobre parleremo di questo. Non siamo in una battaglia contro l’Europa, né chiediamo qualcosa per noi. In questi anni l’Italia non ha mai chiesto qualcosa all’Europa, ma ha dato più di quanto ha ricevuto. In parte per regole del gioco, in parte per incapacità nostra. L’Europa non ha salvato l’Italia, ci siamo salvati da soli».
Disoccupazione
Il dato su posti di lavoro «colpisce», «oggi questo dato è molto preoccupante», ha spiegato Renzi, ma «personalmente non credo che i posti di lavoro si creino per decreto. Ecco perché dico che nonostante le difficoltà e le tensioni in Europa, io sono certo che l’Italia è in condizioni di uscire dalla crisi e sono pronto a scommettere su incentivare il salario ai cittadini non togliere».
Nessun contrasto con i ministri
«Non c’è nessun contrasto con nessun ministro. Ho letto che avrei litigato con tutti i ministri, ho letto che avrei litigato anche con Lotti e lì c’è stata la standing ovation – ha detto il premier – Semplicemente abbiamo fatto una riunione del Pd senza il ministro Giannini, è vero è stata fatta a palazzo Chigi ma ero impegnato e non ho creduto di dover muovere la scorta per andare al Nazareno. E non mi pare che il ministro Giannini sia iscritto al Pd. Non c’è alcuna tensione con i ministri, la proposta sulla scuola è sostanzialmente pronta».

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