Non si riesce a raccontare una politica così veloce e quindi si è
valutata male la forza reale, in questo caso, della minoranza dem
Il fatto che nel voto di fiducia dell’altro giorno al
senato Renzi abbia stravinto ha sorpreso molti osservatori. Non che si
credesse a una crisi di governo ma nemmeno che il governo andasse ben
oltre la maggioranza assoluta.
Dunque sarebbe giusto interrogarsi sulle ragioni di queste previsioni
sbagliate. E sull’enfasi giornalistica su aspetti che quell’enfasi non
meritano.
Cos’è che non va? Non va che siamo tutti troppo poco abituati a
questa velocità delle cose che fa sì che non riusciamo a vedere per
tempo una realtà che intorno a noi è già cambiata prima che cominciamo a
buttare giù i nostri articoli. E così accade che il governo cambi in 24
ore la legge sul lavoro senza dar tempo per efficaci analisi e
controrisposte. La sinistra, già di suo abitualmente lenta, si è trovata
di fronte al fatto compiuto e risulta residuale. L’opinione pubblica
registra, con maggiore o minore entusiasmo. Le copie dei giornali
ammuffiscono presto e i pezzi roboanti cessano il rumore.
Così, per colpa di un racconto enfatico, la sinistra del Pd si è
trovata caricata di un peso e di una responsabilità che non
corrispondono alla sua forza vera, al suo consenso reale. Si è scritto
che i gruppi parlamentari sono in maggioranza bersaniani: si è visto che
erano bersaniani.
Ed è probabile che, per pigrizia, noi giornalisti tuttora assegnamo
ai capi prima una capacità di leadership che oggettivamente gli è venuta
a mancare.
Le vecchie categorie interpretative non servono più. La dialettica
interna ai partiti va raccontata in un altro modo: non ci saranno
spallate, coltellate, scissioni. Mica perché sono tutti diventati buoni,
ma perché di fatto la sinistra del Pd è meno forte di come è stata
raccontata in queste settimane e anzi va registrato un suo tendenziale
annichilimento.
Certo è una situazione mai vista e per certi aspetti inquietante.
Verificheremo nei prossimi giorni se la Cgil e la Fiom – che ormai
sono il vero “partito” della sinistra antirenziana –saranno in grado di
andare oltre la testimonianza e la protesta, dimostrando che quello
spazio politico esiste ancora. O se basterà una Leopolda per oscurarlo.
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