Corriere della Sera 06/10/14
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E’ una resa dei conti a scoppio
ritardato, perché i feroci giudizi di Helmut Kohl sulla sua ex
pupilla Angela Merkel e su altri cavalli di razza
cristiano-democratici, come Christian Wulff e Wolfgang Schaüble,
risalgono all’inizio dello scorso decennio, dopo lo scandalo dei
fondi neri alla Cdu. Tratte dalle 600 ore di conversazioni con il
giornalista Heribert Schwan (che le pubblica oggi in un libro contro
la volontà del suo interlocutore), le parole del cancelliere della
riunificazione sono però destinate a scuotere comunque il mondo
politico tedesco. In primo luogo perché colpiscono l’immagine di
leader popolari, come una cancelliera, accusata di essere «senza
idee», ma soprattutto perché forniscono una rilettura degli eventi
che portarono alla caduta del Muro, di cui tra un mese verrà
celebrato, con tutt’altro spirito, il 25esimo anniversario. Come
racconta Der Spiegel, Kohl è tagliente con la «ragazza» che gli
voltò clamorosamente le spalle. «Angela Merkel non sapeva mangiare
correttamente con la forchetta e il coltello», ha affermato,
rivelando di averla dovuta spesso «richiamare all’ordine» per il
suo atteggiamento inadatto ad occasioni ufficiali. Parole dure anche
sul futuro presidente, Christian Wulff, giudicato «un grande
traditore e una nullità». Mentre l’attuale ministro delle Finanze
Schaüble a quell’epoca sollecitava «tutti i nemici a crociate
distruttive». Fin qui, niente di strano, si potrebbe dire,
conoscendo la conflittualità che si era scatenata nel partito e
tenendo conto dei rancori di un uomo che aveva messo sempre al primo
posto la politica, travolgendo affetti e amicizie. Meno prevedibile,
al contrario, è l’analisi della rivoluzione del 1989. Secondo l’ex
cancelliere sarebbe totalmente sbagliato ritenere che «lo Spirito
Santo sia arrivato nelle piazze di Lipsia e abbia cambiato il mondo»,
perché quanto è accaduto va spiegato con la debolezza di Mosca e
con il fallimento di Mikhail Gorbaciov, convintosi dell’impossibilità
di sostenere il regime. Pochi giorni fa, invece, Angela Merkel ha
lodato i tedeschi orientali, sottolineando che un coraggio come il
loro è necessario nei tanti luoghi del mondo dove la libertà è
minacciata. La ricostruzione fatta da Kohl, in un certo senso, può
indebolire questo appello.
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