Corriere della Sera 23/10/1
Virginia Piccolillo
Divorzio «fast» per le coppie senza
figli, ma percorso facilitato anche per quelle che hanno figli minori
o portatori di handicap, ma con l’assenso del procuratore della
Repubblica. Sono queste le principali novità del maxiemendamento del
governo sul processo civile, sul quale il governo ha posto la
fiducia, causando nuove tensioni dopo quelle registrate sulla
responsabilità civile dei magistrati. Stavolta in trincea c’è
Forza Italia: «Il governo non ha alcun rispetto per il Senato»,
accusa Francesco Nitto Palma. Mentre l’Anm, che nei giorni scorsi
ha criticato il testo, non commenta: «È una scelta politica».
Le
coppie senza figli che intendono separarsi o divorziare trovano un
accordo davanti all’avvocato e poi l’atto viene trasmesso
all’ufficiale di stato civile, ma non senza un passaggio dal
procuratore della Repubblica che, se non ravvisa irregolarità,
concede il nulla osta. In presenza di figli minori, disabili o non
autosufficienti economicamente, il provvedimento deve invece essere
trasmesso entro dieci giorni al procuratore della Repubblica che lo
autorizza se risponde all’interesse dei figli. In caso contrario lo
stesso procuratore dovrà trasmettere l’atto entro 5 giorni al
presidente del Tribunale, che a sua volta entro 30 giorni fisserà la
comparizione delle parti. «Non c’è nessuna scelta di alterare il
percorso con cui si arriva al divorzio», ha spiegato il ministro, ma
di alleviare il peso della giurisdizione da atti amministrativi.
Nel
provvedimento, vengono ripristinati i giudici di pace di Ostia e di
Barra. Resta il taglio delle ferie dei magistrati da 45 a 30 giorni e
la definizione del periodo feriale per i tribunali, dal 1 al 31
agosto. «È il primo passo nella riforma della giustizia. Dopo 20
anni in cui si discute quasi sempre di penale viene affrontata
partendo dal civile», ha rivendicato il ministro Orlando. Precisando
che questa norma serve solo «a bonificare il campo» per la legge
delega «che sarà incardinata al più presto».
Resta, nel
testo, anche la negoziazione assistita. Prevede che le parti possano
risolvere la controversia, esclusi i diritti indisponibili, di fronte
ad avvocati. Il tentativo è obbligatorio, prima di andare dal
giudice per il risarcimento danni da circolazione stradale e le
domande di pagamento di somme entro i 50mila euro. Con tempi che non
possono essere inferiori ad un mese e superiori a 4, prorogabili per
non più di due mesi.
Per i procedimenti in Tribunale e in Corte
d’Appello, tranne quelli sui diritti indisponibili, (lavoro,
previdenza e assistenza sociale) è previsto anche l’arbitrato. Il
giudice trasmette il fascicolo al presidente del Consiglio
dell’Ordine forense circondariale per la nomina di uno o più
arbitri individuati tra gli avvocati che seguiranno il procedimento.
Il lodo ha valore di sentenza.
A chi la definisce una
«privatizzazione» della Giustizia il ministro ha replicato: «La
vera privatizzazione è quella che si viene a determinare nel momento
in cui una causa dura 11, 12, 13 anni e inevitabilmente, soccombe la
parte più debole».
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