Renzi e i suoi ministri devono pensarci meglio: la riduzione di
forze per il pattugliamento del Mediterraneo connessa all'avvio di
Triton può causare danni incomparabili con calcoli economici e politici.
Il governo sta prendendo una grossa responsabilità nel passaggio dalla complessa, costosa e controversa operazione Mare nostrum, alla più semplice, economica, pericolosa operazione Triton.
I ministri coinvolti, dal più attivo di tutti Alfano al titolare
della difesa Pinotti, fino ovviamente a Matteo Renzi, dovrebbero
ricordarsi che l’informazione e l’opinione pubblica possono essere
terribilmente schizofreniche nelle loro reazioni. E se ora tutti si
occupano soprattutto dei tanti soldi che vanno via per il pattugliamento
e per gli interventi nel Mediterraneo, e dell’urgenza politica ed
economica di coinvolgere la recalcitrante e tirchia Unione europea, la
gerarchia delle emozioni e quindi dei giudizi fa presto a capovolgersi.
Basta un attimo.
Quell’attimo in cui un barcone pieno di esseri umani, donne,
facilmente molte di loro incinte, bambini anche piccolissimi, diventa
preda del mare autunnale. E magari tutto ciò accade a poche miglia dal
limite oltre il quale Triton ha deciso di non inviare più navi. E
magari quel giorno, quella sera, quella notte, ci sono pochi mezzi in
mare (e sarà inevitabile che accada visto che fra Mare nostrum e Triton
il contingente impiegato va quasi a dimezzarsi). Sicché quell’attimo
finisce in tragedia, come è già successo nei mesi scorsi nonostante lo
sforzo meraviglioso di tanti soccorritori italiani, e come potrà
succedere più facilmente se quegli sforzi saranno risparmiati.
Occhio, perché se dovesse accadere una cosa del genere – ed è
veramente probabile – si rovescerebbero nel loro opposto tutti i calcoli
odierni sulle risorse, sulle responsabilità da convidere in Europa e
sulla necessità di non incentivare le partenze dei disperati. I media
sarebbero invasi da coloro che «l’avevano detto», e in effetti in queste
ore di non chiudere Mare nostrum lo stanno dicendo Unhcr,
Amnesty, Medici senza frontiere, la Cgil, Save the children… L’ondata di
emozione, in un caso del genere e con questi precedenti, sarebbe mille
volte più potente, e negativa per il governo, delle petulanti lamentele
leghiste.
Nel governo c’è tutta la sensibilità necessaria. In più occasioni Renzi ha difeso Mare nostrum
dalle critiche e dagli attacchi. Non deve distrarsi adesso. Deve rifare
attentamente i calcoli, certo economici e politici ma non solo e non
principalmente. Il prezzo di un errore sulla missione nel Mediterraneo
potrebbe essere insopportabilmente più alto.
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