L’amaca
MICHELE SERRA
La Repubblica18/10/14
Quando Paolo Villaggio rimbrotta i
ragazzi di Genova “per non essersi ribellati prima” (prima che
fosse necessario spalare il fango), non si rende conto di avere avuto
molto più tempo per cambiare le cose, rispetto a quei ragazzi che
potrebbero essergli nipoti; e di non essere stato capace di farlo,
tal quale i tanti adulti politicamente falliti (tra i quali, sia
chiaro, mi annovero) che consegnano a chi arriva dopo di loro un
mucchio di fango e un badile per scavare. Sento e vedo ovunque maschi
anziani biasimare il passato chiamandosene fuori, discettare su un
futuro che non gli compete, litigare tra loro come mandrilli che
temono di perdere il loro ruolo nel branco, usare i loro pulpiti per
sopraffare le voci dei più giovani. Poiché ho un piccolo pulpito
anch’io, tremo all’idea di invecchiare sputando sentenze, e mi
domando dove trovare le parole di speranza e di saggezza che i figli
si aspettano dai padri. Inevitabile, visto il dibattito di questi
giorni su Genova, zeppo di accuse violente e superficiali di maschi
alfa o ex alfa che si rinfacciano l’un l’altro le colpe,
chiedersi se non esista un rapporto tra il rissoso e irriducibile
narcisismo della mia generazione e il suo pessimo bilancio politico.
Se avessimo speso per rifare gli argini la metà del tempo trascorso
a litigare, forse staremmo tutti un po’ meglio.
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