Riccardo
Imberti
In
questi prime ore della legge finanziaria è troppo presto per
aggiungermi ai tanti che giudicano, condividono o contestano la
manovra, prima ancora che arrivi in Parlamento. Posso dire soltanto
che di una manovra coraggiosa ha bisogno il nostro Paese per far
ripartire un’economia sempre più in sofferenza.
Voglio
parlare invece di un altro evento atteso per la prossima settimana.
A Firenze è convocata la quinta edizione della Leopolda, appuntamento che ha rappresentato per Matteo Renzi una palestra importante per raggiungere ragguardevoli risultati politici:
A Firenze è convocata la quinta edizione della Leopolda, appuntamento che ha rappresentato per Matteo Renzi una palestra importante per raggiungere ragguardevoli risultati politici:
• nel
2013 ha vinto le elezioni primarie ed è stato eletto segretario del
Partito Democratico;
• nel
2014, in una fase delicatissima della crisi, è diventato Presidente
del Consiglio dei Ministri;
• alle
elezioni europee ha superato ogni previsione raggiungendo un consenso
di grande rilevanza.
Ora
Matteo Renzi è Presidente del Consiglio e contemporaneamente è
Segretario del più grande partito italiano.
Per
quanto riguarda il suo ruolo di governo faccio mie le parole dell'ex
amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra: «La Leopolda
era un fantastico strumento di marketing, che funzionava bene in
quanto tale. Ma che marketing puoi fare quando sei ormai al governo?
Al governo devi fare le cose e basta».
Per
quanto riguarda la Segreteria del Partito Democratico sono state
superate le polemiche sul doppio incarico, ma non ancora quelle sul
tesseramento.
A
mio modesto avviso è arrivato il momento per chiedersi se non sia
meglio che i dibattiti delle Leopolde siano convogliati dentro il
Partito Democratico, aprendo porte e finestre ai militanti interni ed
esterni per costruire tutti insieme “cultura politica”.
I
temi all'ordine del giorno non mancano e i programmi politici
richiedono adeguati approfondimenti prima di essere approvati, magari
durante un’assemblea annuale del partito, come avviene in altri
Paesi democratici.
Penso
al tema dei diritti civili, alla riforma della scuola, alle questioni
legate all'ambiente e al dissesto idrogeologico che in questi giorni
sta facendo vittime umane e danni ingenti.
Si
sente la necessità di discutere, non solo per via telematica, ma
anche con la partecipazione personale, le idee di cui ha bisogno il
nostro Paese per rinnovarsi. Non possiamo restare dei semplici
spettatori. Per esempio, in queste ore Cottarelli ha parlato della
necessità di ridurre il numero degli ottomila comuni italiani, ma
questa idea dovrebbe essere oggetto di un dibattito approfondito.
Il
segretario Matteo Renzi non crede che la crisi dei partiti in Europa
sia un problema di democrazia che riguarda anche l’Italia e il
nostro Partito Democratico? Non crede che la stessa determinazione
che dimostra nel campo delle riforme istituzionali sia necessaria
anche per la rifondazione di un partito moderno?
Come
ai tempi della Lega Democratica, tante energie dell'associazionismo,
della società civile e della cultura aspettano di trovare le strade
giuste per realizzare l’art. 49 della Costituzione.
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