Corriere della Sera 19/10/14
A. Grasso
Dai funghi al fango. L’ultima volta
che ci siamo occupati di Claudio Burlando era per via di una
bagatella: invece di presiedere un importante Consiglio era andato
per funghi. Adesso la situazione è ben più grave. Ancora una volta
Genova si è ritrovata sotto il fango dell’alluvione, come tre anni
fa, come sempre le succede quando piove a dirotto. Di chi la colpa,
del clima che è cambiato? Della Protezione civile? Del mancato
riassetto idrogeologico?
Ogni volta che Burlando si presenta in
pubblico spara a zero sui lavori fermi che avrebbero scongiurato
morti e distruzioni: una volta la colpa è dell’ex sindaco Sansa,
un’altra del Tar, un’altra ancora dei 50 km di fiumi tombati.
Eppure se c’è un uomo che da più di trent’anni regna da Levante
a Ponente, ricoprendo varie cariche (assessore, sindaco, ministro dei
Trasposti, governatore), è proprio lui, l’ing. Burlando. Possibile
che sia sempre colpa degli altri? Possibile che uno che guida la
Regione dal 2005 non senta il peso di qualche responsabilità?
L’inferno sono gli altri, diceva Sartre. L’alluvione sono gli
altri, ripete Burlando. Per anni la Liguria è stata dominata dai due
Claudio, Scajola e Burlando; l’uno Dc, l’altro Pci; l’uno, per
ora, tombato, l’altro, in teoria, libero di fare qualcosa per
evitare il tracollo.
Per un consumato politico come Burlando
(dalemiano, bersaniano, renziano…) dev’essere facile stare sempre
al potere. Difficile è farselo perdonare
Nessun commento:
Posta un commento