PIERO COLAPRICO EMILIO RANDACIO
La Repubblica 19 febbraio 2015
L’inchiesta Per i magistrati l’ex
Cavaliere “liquidò” le ragazze con 25 mila euro ciascuna, e
versò ingenti somme alla teste-chiave Karima. Verso il rinvio a
giudizio
«Certo che è strano», si ripetono
gli investigatori. Se nel pagamento collettivo da parte di Silvio
Berlusconi dei testimoni dei processi per le pornofeste di Arcore non
mancano «stranezze», una spicca: l’ex presidente del consiglio ha
dato almeno a diciannove ragazze, tutte invitate a Villa San Martino,
una sorta di buon’uscita di 25mila euro, alla fine del 2013.
E chi non ha ricevuto questa sorta di
«tfr»? Karima El Marough, un tempo Ruby Rubacuori. Ai detective
s’impone una questione logica: Ruby non li ha ricevuti perché
l’accordo con lei è di tipo diverso?
LE CONSULENZE IN CONTANTI
Da minorenne Ruby aveva un sogno,
diventare imprenditore. Non l’ha perso, la polizia giudiziaria ha
infatti scoperto che ha ordinato sia delle start-up, sia degli studi
specifici, per poter operare nel settore del divertimento e del
benessere. Come ha pagato queste consulenze? In contanti. E
sventolando sempre banconote, Ruby, che non ha redditi alla luce del
sole, se deve fare la tratta Genova-Milano prende il taxi; per la
festa di compleanno della figlia accetta un preventivo 7mila euro; il
suo regalo al nuovo ragazzo (una moto) supera i 10mila euro; per la
vacanza alle Maldive chiede tre preventivi diversi dai 50 mila agli
80 mila, e il volo l’ha fatto.
IL RUOLO DEL RAGIONIER SPINELLI
Da ieri questa impressionante massa di
denaro, in tranche da 14mila euro, comincia ad essere conteggiata
capillarmente: da dove arriva sino a Ruby? Non da Giuseppe Spinelli,
il ragioniere di Berlusconi. Interrogato per sette ore (ma non deve
impressionare la lunghezza, il verbale è sulle dieci pagine),
Spinelli ammette i pagamenti in contanti alle altre ex papi- girl,
anche recentemente, ma «Non supero mai i 5mila per volta », ha
risposto, spiegando che si muove nella «non illegalità». Perché
non dei bonifici, se non è illegale?, è stato chiesto. «Sono
regalie », ha risposto, rivendicando il ruolo di «portafoglio di
Berlusconi », di fedele impiegato che agisce «per ordine del
presidente».
L’AVVOCATO LUCA GIULIANTE
C’è per i magistrati un uomo che,
come si legge nel decreto della sua perquisizione, «contribuiva a
far pervenire» a Ruby «il denaro e altre utilità costituenti il
premio della falsa testimonianza della stessa». E’ Luca Giuliante,
indagato per gli articoli 321 e 319 del codice penale, e cioè
corruzione. Un macigno, dunque, pesa sull’avvocato che nella notte
tra il 5 e il 6 ottobre 2010, ben prima che lo scandalo Ruby
esplodesse, interrogò la ragazza. E che, senza stilare un verbale,
s’informò su quanto avesse detto ai pubblici ministeri.
Immediatamente dopo, stando alla stessa Ruby, Berlusconi la chiamò
per dirle di «passare per pazza», e che l’avrebbe «ricoperta
d’oro».
L’IPOTESI RINVIO A GIUDIZIO
La lettura dei decreti di perquisizione
lascia emergere due pilastri. Uno, come ogni testimone «ricevesse
costantemente - si legge - denaro da uno degli imputati, Silvio
Berlusconi, grazie all’intermediazione di altri soggetti». Due,
come alla fine dei già celebrati processi sul bunga bunga i «collegi
giudicanti ravvisano falsità delle deposizioni di numerose
testimoni». Per tutto questo, davanti ai pubblici ministeri esiste
in linea teorica persino la possibilità dell’arresto per
Berlusconi, che scatta nei casi (ne basta uno su tre) di pericolo di
fuga, reiterazione del reato, inquinamento probatorio. Ma questa
ipotesi comunque non è mai stata presa in considerazione.
IL COMODATO SEGRETO
La fuga è difficile per tantissime
ragioni, comunque a Berlusconi è stato tolto il passaporto. Ma gli
altri motivi? Difficili da negare. Si legge sulle carte dell’accusa
che dopo la «non modica liquidazione » del 2013, le testimoni
ricevono «somme molto più ingenti di quelle sino a quel momento
conosciute». E per tutte c’è il benefit della casa gratis. È
stato individuato e interrogato I.M.R, quotato architetto, che s’è
occupato anche di un Milan-point, non indagato, il quale ha ammesso
di aver procurato lui le ville a Bareggio, dove vivono senza pagare
l’affitto Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerra, per fare un
favore a Silvio Berlusconi. Non solo, c’è ben di più: la procura
fino a tarda sera era impegnata a rintracciare nei computer delle
ragazze tracce di un «accordo» scritto di proprio pugno da Silvio
Berlusconi. L’ipotesi al vaglio dei magistrati è che l’ex
presidente del Consiglio abbia siglato un patto con alcune delle sue
ex ospiti, garantendo un tetto di loro gradimento attraverso la
formula del «comodato d’uso gratuito» sino alle soglie della
mezza età. Cioè, di «durata ventennale ». Pare però impossibile
che il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati chieda all’aggiunto
Pietro Forno e ai sostituti Tiziana Siciliano e Luca Gaglio di usare
la mano pesantissima quando molto è già stato «sciorinato»: ma
che si vada ancora verso un nuovo rinvio a giudizio per l’ex
presidente del Consiglio è oggi l’ipotesi più nitida al quarto
piano del palazzo di giustizia.
«SIAMO SU SCHERZI A PARTE?»
L’inchiesta Ruby-ter ha preso in
contropiede le testimoni. Una di queste non credeva agli agenti:
«Dai, ma quale perquisa, dov’è la telecamera? Siete di “Scherzi
a parte”». Altre sono corse ad Arcore, per lamentarsi con
Berlusconi, ma - secondo attendibili indiscrezioni - sono state
«lasciate fuori dai cancelli». Tutte avevano a casa somme in
contanti, mediamente dai 3mila ai 5mila, con l’unica eccezione di
Francesca Cipriani, che conservava in una cassetta casalinga 45mila
euro.
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