ANDREA TARQUINI
La Repubblica 20 febbraio 2015
Il caso Grecia spacca ormai la grosse
Koalition di Angela Merkel. Il vicecancelliere, ministro
dell’Economia e leader della Spd, Sigmar Gabriel, ha preso
duramente le distanze dal secco no del titolare delle Finanze, il
democristiano Wolfgang Schaeuble, alle richieste e proposte
elleniche. «Possono essere solo il punto di partenza di un dialogo,
ma la cosa più importante è mettersi a discutere, a livello
europeo, prima di dire sì o no. Non è il momento degli ultimatum.
Smettiamola tutti con i diktat, da parte del governo greco è stato
compiuto un passo da gigante accettando il principio che non ci
saranno aiuti senza un programma».
Mai come ieri, la politica di rigore e
fermezza inflessibile contro Atene portata avanti dalla cancelliera
era stata sconfessata e attaccata dall’indispensabile partner di
governo. E ciò crea a Merkel problemi di prima grandezza.
«Certamente non tutto è possibile, ma siamo lieti che almeno siamo
giunti nel negoziato a questo punto», ha aggiunto Gabriel.
Continuando: «Il punto chiave sono le riforme che la Grecia vuole o
non vuole portare avanti, invito tutti a cercare il dialogo evitando
per prima cosa ogni aut-aut e qualsiasi ultimatum, perché certe
prese di posizione davvero non sono di particolare aiuto».
Un modo appena velato, quello del
vicecancelliere, per dire che i falchi di Berlino devono calmarsi, e
non possono sostituirsi all’Unione europea come centro
decisionalechiave. «Questo nuovo documento del governo greco», egli
ha insistito, «dovrebbe essere utilizzato come punto di partenza per
le trattative, e quindi non pubblicamente respinto a priori». E poi
è venuta la frase di contestazione decisiva contro una Merkel che
sembra anticipare e condizionare le scelte di Bruxelles: «Ora
dovremmo lasciare all’Eurogruppo, al suo leader Jeroen Dijsselbloem
e alla Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker il tempo e
la possibilità di condurre trattative serie con Atene, e solo dopo
valutarne la conclusione. Per parlare così adesso, noi da soli
unilateralmente, è assolutamente troppo presto».
La contestazione della Spd si fa
sentire anche all’Europarlamento. Dove il capogruppo parlamentare
della socialdemocrazia tedesca, Udo Bullmann, ha duramente attaccato
Schaeuble, esortandolo «a smetterla una buona volta di bloccare le
ricerche di soluzioni ». Anche le forze di sinistra all’opposizione
al Bundestag (Verdi e Linke) si schierano con Gabriel, quasi
mostrando che in prospettiva un’altra maggioranza di governo non è
impossibile a Berlino. «Il brusco, brutale no di Schaeuble alla
richiesta di aiuto della Grecia è assolutamente inaccettabile, nella
forma e nel contenuto», ha affermato Simone Peter, numero uno degli
ecologisti.
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