martedì 24 febbraio 2015

Il dado è tratto?

Riccardo Imberti
Il dado è tratto....il signor Landini ha dichiarato (e poi smentito) di candidarsi in politica per contrastare Renzi. Nella storia politica del nostro Paese non è il primo. Negli anni tanti sono stati i dirigenti sindacali che hanno imboccato la strada della politica e a parte qualche raro caso, non ricordo di risultati eccellenti riguardo al consenso e non solo. Quella di Landini quindi non è una novità. 
Cos'ha fatto il Landini finora? E' andato in piazza ed nei salotti televisivi, a dire quello che deve  e non deve fare il governo su quasi tutto. Ora, forse, (vista la polemica con Travaglio di queste ore), la cosa la vuole portare più a fondo, senza però avere il coraggio di confrontarsi nelle urne e preferisce stare in una cosa indefinita, a largo raggio, credendo di avere grande seguito. Dice Landini in un passaggio della sua intervista al Fatto Quotidaino: "Il sindacato si deve porre il problema di una coalizione sociale più larga e aprirsi a una rappresentanza anche politica. ....Dobbiamo rivolgerci a tutto ciò che è rappresentanza sociale, non solo i lavoratori. C’è tutto un mondo che si deve porre il problema di come affrontare questo nuovo quadro". A dire il vero ciò che è avvenuto nei giorni scorsi a Melfi con il 2,8 per cento di adesione allo sciopero e a Pomigliano pochi giorni prima, con 5 adesioni allo sciopero della Fiom, contro i tre sabato di straordinari previsti nello stabilimento campano, non va nella direzione sperata dal novello Masaniello. Sicuramente ha giocato la paura della crisi nell'esito, ma come non vedere che  i tempi e i modi del lavoro sono profondamente cambiati e il Jobs Act ne sancisce la presa di coscienza e a questi si adatta, non cambia perciò una realtà attuale, ma prende atto del cambiamento epocale del mondo del lavoro. 
Landini prescinde da tutto ciò e sa, che in questi anni, persone sconosciute sono diventate famose grazie ai salotti televisivi di Santoro e Floris, Polverini docet. In effetti vi è una smaniosa ricerca anche da parte dei talk-show di figure da contrapporre a Renzi, ma anche queste trasmissioni non paiono riscuotere il consenso di qualche tempo fa.  
Un amico in questi giorni mi chiedeva se non era il caso di riprendere i temi della giustizia sociale, della questione legata alle disparità di trattamento economico tra fasce di popolazione. Vedere che c'è chi non riesce arrivare a fine mese e chi ha stipendi 4/500 volte superiori a un salario medio, effettivamente fa arrabbiare. Il sindacato dovrebbe impegnarsi nel formulare proposte capaci di colmare questo gap insopportabile e uscire da atteggiamenti conservativi che rischiano di marginalizzare il suo ruolo, soprattutto in una stagione di profondi cambiamenti.


Nessun commento:

Posta un commento