Corriere della Sera 17/02/15
corriere.it
La frase Alessandro Di Battista,
deputato 5 Stelle, l’ha detta pochi mesi fa, ma ha già potuto
vincerci due «premi». L’ultimo, quello di ieri, arriva da
Oltreoceano, ed è in realtà una citazione del prestigioso New York
Times , nel suo articolo «Bugie dal mondo» («The Lies Heard Round
th World»). Di Battista è l’unico italiano citato. Non è un gran
risultato, ovviamente. Il New York Times ha voluto fare una raccolta
di esagerazioni, inesattezze e fanfaluche dei politici colti in fallo
in giro per il mondo. Il nostro Di Battista si è conquistato questa
vetrina grazie ad una sua affermazione sulla Nigeria.
Correva il
mese di ottobre dello scorso anno quando alla manifestazione del M5S
al Circo Massimo, a Roma, Alessandro Di Battista se ne uscì,
testualmente, con questa frase: «Per la Nigeria basta leggere
Wikipedia: il 60% del suo territorio è sotto il controllo di Boko
Haram, il resto è Ebola». Il New York Times non si trattiene:
«Questa è un’osservazione ridicola resa da un astro nascente del
Movimento 5 Stelle», commenta infatti il giornale. Poi spiega: «La
verità è che Boko Haram non controlla nemmeno uno solo degli Stati
che compongono la Nigeria, figuriamoci il 60% del territorio. Quanto
a Ebola i casi sul territorio nazionale sono appena venti».
Di
Battista non ha voluto commentare questa citazione. Non direttamente,
perlomeno. A sera tardi si è affidato all’ironia su Facebook per
difendersi. Ha postato sul suo profilo un suo video che parlava della
Libia e ha avvisato i suoi seguaci: «Al minuto 2.30 ho detto Assad
ma intendevo Gheddafi; al minuto 4.11 ho detto 2011 ma intendevo
2001. Ci sono due gravissimi errori in questo video, ripeto due
gravissimi errori. Tutti i giornali italiani non potranno non
pubblicarlo!». Chissà se Di Battista li ha fatti apposta quegli
errori nel video, pur di render pan per focaccia. E chissà da dove è
spuntato invece quel fake di Twitter ieri sera, dove al deputato si
faceva dire: «Meno male che al New York Times è sfuggito quando ho
detto che stavo guardando il Foggia di Zeeman». Chissà.
Comunque
prima del New York Times ci era arrivato Pagellapolitica.it (un sito
di fact checking di lettori) a smascherare il nostro Di Battista e a
metterlo sul podio «la Panzana dell’anno». Ma i giornalisti del
New York Times hanno voluto trarre pure una conclusione morale: «Dire
le bugie può anche essere un’antica pratica politica, ma ormai sta
diventando sempre più facile svelare le falsità».
In Italia
con gli esponenti dei 5 Stelle in questi mesi non è stato troppo
difficile svelarle, queste falsità, spesso fin troppo visibili. Ad
aprire le danze è stato, un paio di anni fa, il giovane Paolo
Bernini, deputato venticinquenne dell’Emilia-Romagna, con la sua
teoria dei microchip sottocutanei.
Già: il nostro del Movimento
5 Stelle in un’intervista televisiva non esitò a metterci
sull’avviso, tutti quanti, visto che in America avevano già
cominciato a spiare le persone con questi microchip sotto la
pelle.
Di pochi mesi fa, invece è la «chicca» sulle scie
chimiche, da sempre nel mirino di una parte dei pentastellati. È una
medaglia di Marco Zullo, eurodeputato del Movimento,secondo il quale
gli aerei non rilascerebbero scie di vapore acqueo, ma di agenti
chimici o biologi. Deciso Zullo: «Bufala o no, comunque i livelli di
inquinamento sono aumentati e porterò questo problema in commissione
Agricoltura a Bruxelles», ha assicurato lui.
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