sabato 28 febbraio 2015

La rabbia di Silvio sull’altro Matteo: 
è inaffidabile, fa il gioco del governo.


Corriere della Sera 27/02/15
Tommaso Labate
« Ha detto che io e lui siamo diversi? Che con Forza Italia non c’è accordo? Allora non c’è niente da fare, questo Salvini è inaffidabile. E, soprattutto, s’è messo a fare il gioco di Renzi». Quando gli comunicano l’ultima presa di posizione di Matteo Salvini, che stavolta è direttamente contro FI, Silvio Berlusconi non chiede nemmeno di vedere i lanci d’agenzia. È pomeriggio, e l’ex premier è impegnato a Palazzo Grazioli in una serie di incontri di routine, diviso com’è tra le partite imprenditoriali in cui ha schierato Mediaset e la scadenze elettorali che attendono.

I tempi in cui Berlusconi provava ad ogni costo a stringere i bulloni di «un patto a due» con Salvini — arrivando al punto di prospettargli (lo fece intervenendo alla presentazione romana dell’ultimo libro di Bruno Vespa) la futura guida della coalizione di centrodestra — sembrano preistoria. Ora l’ex premier non ha alcuna voglia di «porgere l’altra guancia» rispetto al «gioco» che sta conducendo il numero uno del Carroccio.

«E pensare che l’ultima volta che ci siamo visti ad Arcore», ripete ai suoi Berlusconi ricordando il faccia a faccia di qualche domenica fa, «sembrava che fossimo d’accordo, eravamo rimasti che si sarebbe fatto di tutto per ricostruire un centrodestra che potesse battere i candidati di Renzi alle Regionali: tutte chiacchiere, come al solito, Salvini s’è dimostrato un interlocutore inaffidabile». L’atto d’accusa che l’ex premier è pronto a opporre pubblicamente al segretario federale della Lega è già stato messo nero su bianco. Berlusconi aspetterà il comizio romano in cui il leader leghista scandirà il suo «Renzi a casa». Poi dirà la sua. E cioè «che Salvini sta facendo l’esatto contrario di quello che dice, sta facendo esattamente il gioco del premier, è un suo alleato, anche più di Alfano. Altro che nemico… Perché l’unico modo che abbiamo per battere il Pd renziano già alle Regionali è quello di presentarci tutti insieme. Se lui mette veti, come sta facendo, si perde».

Berlusconi è convinto di avere più di un alleato, in questa partita a scacchi contro Salvini. È convinto che Roberto Maroni o Luca Zaia, che in Veneto rischia in prima persona, siano pronti a manifestare il loro disappunto contro i veti salviniani al tandem FI-Ncd. Lo ripete anche Giovanni Toti: «Salvini esulta quando guadagna qualche zero virgola nei sondaggi. Ma, se continua così, perderà tutte le caselle dove la Lega governa». Il riferimento non è solo al Veneto, dove oggi si recherà una delegazione forzista composta da Toti e da Deborah Bergamini. Ma anche alla Lombardia, dove adesso Berlusconi minaccia di «aprire la crisi». A conti fatti, l’unica mossa che l’ex premier e i suoi escludono è quella di sostenere Flavio Tosi, oppositore interno di Salvini, «ché tanto alla fine non si candiderà». Per il resto, la sfida all’«altro Matteo» sarà senza sconti.

Ma nonostante il fronte aperto col Carroccio trovi tutti d’accordo, i veleni interni a Forza Italia non accennano a scomparire. Sotto accusa lo spettacolo andato in scena al Senato due giorni fa, quando per colpa di «dodici stro… di senatori FI non presenti in Aula», ha denunciato Augusto Minzolini su Twitter, non è stata abolita l’Imu agricola. Nel mirino, mormorano al partito, anche la coppia composta da Sandro Bondi e Manuela Ravetto, assenti entrambi. Ma pure Maria Rosaria Rossi. Che, dimenticando la pallina di carta che i senatori usano per bloccare la pulsantiera, è risultata presente nell’unico momento in cui non avrebbe dovuto. E cioè sulla richiesta, avanzata dalla Lega, del numero legale. Un voto che ha salvato il governo Renzi in extremis. Miracoli involontari di un Nazareno che non c’è più.




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