Corriere della Sera 27/02/15
Tommaso Labate
« Ha detto che io e lui siamo diversi?
Che con Forza Italia non c’è accordo? Allora non c’è niente da
fare, questo Salvini è inaffidabile. E, soprattutto, s’è messo a
fare il gioco di Renzi». Quando gli comunicano l’ultima presa di
posizione di Matteo Salvini, che stavolta è direttamente contro FI,
Silvio Berlusconi non chiede nemmeno di vedere i lanci d’agenzia. È
pomeriggio, e l’ex premier è impegnato a Palazzo Grazioli in una
serie di incontri di routine, diviso com’è tra le partite
imprenditoriali in cui ha schierato Mediaset e la scadenze elettorali
che attendono.
I tempi in cui Berlusconi provava ad ogni costo a
stringere i bulloni di «un patto a due» con Salvini — arrivando
al punto di prospettargli (lo fece intervenendo alla presentazione
romana dell’ultimo libro di Bruno Vespa) la futura guida della
coalizione di centrodestra — sembrano preistoria. Ora l’ex
premier non ha alcuna voglia di «porgere l’altra guancia»
rispetto al «gioco» che sta conducendo il numero uno del
Carroccio.
«E pensare che l’ultima volta che ci siamo visti
ad Arcore», ripete ai suoi Berlusconi ricordando il faccia a faccia
di qualche domenica fa, «sembrava che fossimo d’accordo, eravamo
rimasti che si sarebbe fatto di tutto per ricostruire un centrodestra
che potesse battere i candidati di Renzi alle Regionali: tutte
chiacchiere, come al solito, Salvini s’è dimostrato un
interlocutore inaffidabile». L’atto d’accusa che l’ex premier
è pronto a opporre pubblicamente al segretario federale della Lega è
già stato messo nero su bianco. Berlusconi aspetterà il comizio
romano in cui il leader leghista scandirà il suo «Renzi a casa».
Poi dirà la sua. E cioè «che Salvini sta facendo l’esatto
contrario di quello che dice, sta facendo esattamente il gioco del
premier, è un suo alleato, anche più di Alfano. Altro che nemico…
Perché l’unico modo che abbiamo per battere il Pd renziano già
alle Regionali è quello di presentarci tutti insieme. Se lui mette
veti, come sta facendo, si perde».
Berlusconi è convinto di
avere più di un alleato, in questa partita a scacchi contro Salvini.
È convinto che Roberto Maroni o Luca Zaia, che in Veneto rischia in
prima persona, siano pronti a manifestare il loro disappunto contro i
veti salviniani al tandem FI-Ncd. Lo ripete anche Giovanni Toti:
«Salvini esulta quando guadagna qualche zero virgola nei sondaggi.
Ma, se continua così, perderà tutte le caselle dove la Lega
governa». Il riferimento non è solo al Veneto, dove oggi si recherà
una delegazione forzista composta da Toti e da Deborah Bergamini. Ma
anche alla Lombardia, dove adesso Berlusconi minaccia di «aprire la
crisi». A conti fatti, l’unica mossa che l’ex premier e i suoi
escludono è quella di sostenere Flavio Tosi, oppositore interno di
Salvini, «ché tanto alla fine non si candiderà». Per il resto, la
sfida all’«altro Matteo» sarà senza sconti.
Ma nonostante
il fronte aperto col Carroccio trovi tutti d’accordo, i veleni
interni a Forza Italia non accennano a scomparire. Sotto accusa lo
spettacolo andato in scena al Senato due giorni fa, quando per colpa
di «dodici stro… di senatori FI non presenti in Aula», ha
denunciato Augusto Minzolini su Twitter, non è stata abolita l’Imu
agricola. Nel mirino, mormorano al partito, anche la coppia composta
da Sandro Bondi e Manuela Ravetto, assenti entrambi. Ma pure Maria
Rosaria Rossi. Che, dimenticando la pallina di carta che i senatori
usano per bloccare la pulsantiera, è risultata presente nell’unico
momento in cui non avrebbe dovuto. E cioè sulla richiesta, avanzata
dalla Lega, del numero legale. Un voto che ha salvato il governo
Renzi in extremis. Miracoli involontari di un Nazareno che non c’è
più.
Nessun commento:
Posta un commento