sabato 15 agosto 2015

NEL MONDO SINDACALE SERVE PIU' TRASPARENZA.


Corriere della Sera 13/08/15
Enrico Marro
Fausto Scandola, è proprio il caso di dirlo, ha fatto scandalo. L’ex dirigente della Cisl del Veneto, che in una email ai piani alti del sindacato ha denunciato le retribuzioni di alcuni personaggi di primo piano dell’organizzazione che sfiorano i 300 mila euro lordi l’anno, ha suscitato le reazioni indignate di migliaia di iscritti, non solo della Cisl, e ha obbligato i leader sindacali a correre ai ripari, promettendo tetti ai compensi e divieti di cumulo. Tardi, purtroppo. Sono anni, infatti, che il sindacato è alle prese con una questione trasparenza grande come una casa. Quella delle retribuzioni d’oro è solo l’ultima puntata di una vicenda che affonda le sue radici nella natura non regolamentata delle organizzazioni sindacali in Italia. 
 Quanti sono gli iscritti a Cgil, Cisl, Uil e alle altre centinaia di sigle? Nessuno lo sa. Poiché i sindacati sono associazioni di fatto, bisogna fidarsi di ciò che dichiarano. E un discorso analogo potrebbe farsi per le associazioni imprenditoriali, dalla Confindustria in giù. Solo nel settore pubblico, grazie alla legge, esiste una certificazione degli iscritti, affidata a un ente terzo, l’Aran. Nel privato, per ora, c’è un accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, firmato il 10 gennaio 2014, ma non ancora attuato. Prevede che debba essere l’Inps a conteggiare il numero di iscritti a ogni sigla. Ma la maggior parte delle aziende, non essendo obbligate per legge, non hanno comunicato i dati. Quanto ai pensionati, anche in questo caso, i dati sono presso l’Inps, che quattro mesi fa ha rivelato che gli iscritti al sindacato sono 7,1 milioni su un totale di 15,8 milioni di pensionati. I dati ottenuti dal Corriere fecero scoprire una differenza tra iscritti reali e dichiarati di circa il 20% in meno per le tre maggiori confederazioni e del 1000%, cioè dieci volte tanto, per sigle minori come l’Ugl e la Cisal. Qualche anno fa, del resto, era stato un altro sindacato autonomo, la Confsal, a produrre uno studio in cui denunciava che in Italia c’erano complessivamente «oltre 3 milioni di iscritti fantasma». 
 Quanti soldi prendono e quanti ne spendono i sindacati? Anche qui nessuno lo sa, non essendo obbligati a presentare i bilanci. Le sigle che stanno più avanti sono Cgil, Cisl e Uil, che però non redigono il bilancio consolidato di tutta l’organizzazione, ma budget separati per ogni struttura. Viviamo di tessere, dichiarano: fruttano circa 1,2 miliardi all’anno per Cgil, Cisl e Uil assieme. Ma sappiamo anche che al sistema dei Caf e dei patronati (dove i sindacati fanno la parte del leone) vanno rispettivamente circa 170 milioni e 4o0 milioni l’anno dal bilancio dello Stato. 
 Quanto guadagnano i dirigenti sindacali? La risposta è come le precedenti. Ogni sigla ha le sue regole e le tiene segrete. Solo dopo i recenti scandali — in particolare la retribuzione dell’ex segretario della Cisl Raffaele Bonanni salita fino a oltre 300 mila euro lordi per consentirgli di andare in pensione con più di 5 mila euro netti al mese — alcuni sindacati hanno iniziato a mettere i dati online. Ha cominciato il segretario della Fiom-Cgil, Maurizio Landini (2.262 euro netti la sua busta paga), seguito dalla Fim-Cisl. Ora, dopo la denuncia, riportata qualche giorno fa da Repubblica , di Fausto Scandola, che ha chiesto conto dei 256 mila euro lordi di Antonino Sorgi, presidente del patronato Inas-Cisl, dei 289 mila di Valeriano Canepari, ex presidente del Caf, dei 225 mila di Gigi Bonfanti, segretario dei pensionati e dei 237 mila di Pierangelo Raineri, leader della Fisascat, il segretario della Cisl Annamaria Furlan (circa 100 mila euro lordi la sua retribuzione), promette che metterà tutto online. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo aveva consigliato loro non appena arrivato a Palazzo Chigi. Adesso potrebbe affondare il colpo e attuare con una legge l’articolo 39 della Costituzione, che prevede la registrazione dei sindacati e di conseguenza il conferimento loro di personalità giuridica in modo da dare efficacia generale ai contratti firmati dalle organizzazioni maggioritarie (ma potrebbe servire anche per la proclamazione degli scioperi). La Cisl è stata sempre contraria all’intrusione della legge. Ma dopo gli ultimi scandali è molto indebolita. E i suoi stessi iscritti si chiedono se i loro interessi siano garantiti meglio dalla legge o dalle regole interne gelosamente custodite. 


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