domenica 30 agosto 2015

Il limite dei 240 mila euro. Stoccata a Palazzo Madama, ecco chi sfora il tetto per i manager.


Corriere della Sera 26/08/15
Andrea Ducci
«Non è un tettuccio». Matteo Renzi gioca con l’accento fiorentino per ricordare il tetto agli stipendi dei manager, salvo affondare il colpo e dire che il limite di 240 mila euro non sembra valere per tutti. «C’è ancora qualcuno che, approfittando di essere un organo costituzionalmente rilevante, ne ha ancora diritto». Il riferimento esplicito è al Senato. Sarà perché il servizio bilancio di Palazzo Madama ha bocciato più di un provvedimento dell’attuale esecutivo o per la comprensibile diffidenza dell’intera struttura amministrativa del Senato nei confronti del ddl Boschi (riforma della camera alta), ma i rapporti tra il premier Renzi e gli alti funzionari dell’organo presieduto da Pietro Grasso sono ai minimi storici. Di qui la stoccata di Renzi per ricordare che a Palazzo Madama non applicano ancora il tetto agli stipendi. 
 La soglia dei 240 mila euro in verità è già stata introdotta nel settembre del 2014. Per vederla applicata il consiglio di presidenza del Senato ha però stabilito che il taglio della parte di retribuzione che supera il tetto sarà effettuato per scaglioni, nell’arco di quattro anni. In pratica, lo stipendio di Elisabetta Serafin, segretario generale del Senato, passerà dagli attuali 427 mila euro a 240 mila euro nel 2018. Nel frattempo subirà tre sforbiciate per rendere più graduale il giro di vite. Analogo destino per gli altri 97 consiglieri parlamentari: la retribuzione di un consigliere al quarantesimo anno di servizio è di 372 mila euro, ma scenderà a 240 mila euro entro il 2018. Questa gradualità vale sia per il Senato sia per la Camera. E vale, ironia della sorte, anche per il più alto dirigente che coadiuva il lavoro del presidente del Consiglio. Paolo Aquilanti, attuale segretario generale di Palazzo Chigi è, infatti, un consigliere parlamentare del Senato fuori ruolo. Il suo stipendio supera il fatidico tetto dei 240 mila euro e, dato che a pagarlo è l’amministrazione di Palazzo Madama, dovrà essere sottoposto alle analoghe sforbiciate imposte alle retribuzioni dei suo colleghi.

Nessun commento:

Posta un commento