sabato 15 agosto 2015

Intercettazioni e carcere preventivo tutti i capitoli aperti in Parlamento Accelerazione di Orlando sul Csm.


Corriere della Sera 14/08/15
Dino Martirano
Anche se il nuovo accordo tra Renzi e Berlusconi è ancora da scrivere, Forza Italia confinata all’opposizione e orfana del patto del Nazareno non ha mai mollato l’osso della trattativa sui temi della Giustizia con la maggioranza. E da ieri gli azzurri che sognano di contare sui temi caldi della giustizia hanno un elemento in più cui appigliarsi: è fresca di inchiostro, infatti, la firma del ministro Andrea Orlando in calce al decreto che istituisce la commissione incaricata di riscrivere la legge elettorale del Consiglio superiore della magistratura e di rendere più autonoma la commissione disciplinare che giudica i magistrati. Fin qui, tuttavia, il partito di Berlusconi è rimasto a bocca asciutta (fatta eccezione per la responsabilità civile dei magistrati), dovendo pure ingoiare un rospo con il ddl anticorruzione (sull’efficacia del nuovo reato di falso in bilancio, però, sì è poi sviluppato ampio dibattito tra i giuristi) e sulla delega fiscale. Ma ora, al tornante della legislatura, sulla tavola che il Cavaliere potrebbe apparecchiare per il premier ci sono piatti molto elaborati: limiti all’utilizzo delle intercettazioni, prescrizione, custodia cautelare, riforma radicale del Csm e, dulcis in fundo, ma questo non viene urlato, modifica della legge Severino che impone a Berlusconi (dopo la condanna per frode fiscale e la decadenza da senatore) sei anni di panchina sul campo della politica. 
Csm e organizzazione
 Orlando ha preso in visione per la firma il decreto per istituire una commissione che dovrà confezionare la nuova legge elettorale del Csm (per arginare l’influenza delle correnti dell’Anm) e la riforma della commissione disciplinare: «Chi giudica non nomina, chi nomina non giudica...», secondo lo slogan coniato da Renzi un anno fa quando il consiglio dei ministri affrontò il nodo. A FI tutto questo piace (anche se la commissione verrà presieduta dall’ex Guardasigilli Luigi Scotti, un magistrato poco incline agli inciuci) ma l’obiettivo di Berlusconi di ottenere la separazione delle funzioni tra giudici e pm, con la creazione di due Csm, è fuori da ogni programma di governo e dello stesso Consiglio superiore, presieduto dal capo dello Stato, che sta elaborando una sua «autoriforma». Sull’organizzazione giudiziaria, quella «rivoluzionata» dal leghista Castelli e poi dal dc Mastella, un’altra commissione ministeriale è stata assegnata alle cure di Michele Vietti, centrista, ex vice presidente del Csm, con l’innesto di magistrati di rango come Natoli, Castelli, Birritteri, Anna Maria Tosto, Pina Casella e il costituzionalista Luciani. 
Le intercettazioni 
 A settembre ripartono in aula alla Camera le votazioni sulla delega penale nella cui pancia viaggia un articolo che limita, con l’udienza filtro, la mole di intercettazioni che si possono allegare agli atti poi pubblicabili. I presupposti investigativi delle intercettazioni non sono compresi nella delega che invece prevede una norma (emendamento Russomando, Pd) finalizzata a stabilire tempi obbligati per i pm (tre mesi al massimo) tra la chiusura indagini e la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. 
La custodia cautelare 
 Dopo una riforma di segno garantista già varata dalla maggioranza, FI può trovare un solido alleato nel Ncd di Alfano che ha ripresentato alla Camera l’emendamento Pagano al ddl penale con l’obiettivo di far scattare l’azione disciplinare per i magistrati che determinano una ingiusta detenzione. Su questo fronte è molto impegnato il vice ministro Enrico Costa (Ncd). 
La prescrizione 
 La legge è da mesi al palo al Senato affidata alla trattativa tra Rosaria Capacchione (Pd) e Nico D’Ascola (Ncd). In commissione, comunque, vigilano Francesco Nitto Palma e Giacomo Caliendo. Di Forza Italia.

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