Corriere della Sera 11/08/15
Monica Guerzoni
«Continuiamo così, facciamoci del
male...», direbbe Nanni Moretti, uno che di tormenti della sinistra
se ne intende. E Gianni Cuperlo, un po’ con lo stesso spirito,
chiede ai compagni di smetterla di tirarsi la zappa sui piedi.
Altrimenti la scissione sarà inevitabile: «Io temo che senza un
ascolto vero, senza stima reciproca, con campagne dal sapore
denigratorio che sono più facili da supportare per chi di più
potere dispone, ci si possa trovare distanti o separati senza neppure
dirselo. Ma a quel punto, qualcuno potrà dire d’aver vinto?».
Per due giorni l’ex sfidante di Renzi alle primarie ha incassato
colpi sotto la cintura dal vignettista Sergio Staino — amatissimo
dalle «base» Pd — il quale lo ha tratteggiato come il più triste
dei suoi personaggi, un «estremista disperato», arrogante e anche
politicamente scorretto. Con una lettera sull’ Unità Staino ha
imputato all’«amico» Cuperlo un atteggiamento «assurdo e fuori
dalla storia del Pd», lo ha accusato di voler uccidere la sinistra
con una «strategia suicida» che farà vincere Grillo o Salvini e
infine, su Repubblica , lo ha ritratto «al guinzaglio di D’Alema».
Cuperlo, fenomenale incassatore, ci ha pensato su due giorni, poi
ha buttato giù 200 righe di risposta, pubblicate oggi sul quotidiano
fondato da Gramsci e diretto da Erasmo D’Angelis: «Caro Sergio,
non sono di gomma. Linguaggio e asprezza del giudizio lasciano il
segno...». Ma l’amicizia, promette il già presidente del Pd
renziano, «malgrado tutto» non brucerà tra le fiamme di questo
carteggio: «Se l’occasione serve a chiarire degli snodi è giusto
farlo, ciascuno per come sa e come vuole». Toni prudenti e garbati,
com’è nello stile del deputato triestino, che però a Staino deve
aver mandato qualche sms di troppo del tipo «se lavori all’ Unità
ti sei venduto a Renzi, sei un traditore della sinistra». Così
almeno la racconta il vignettista, imputando a Cuperlo un grosso
errore di valutazione: «Considerare simili Berlusconi e Renzi».
Il leader di Sinistra Dem non ci sta, assicura di non aver mai
paragonato il capo del governo all’uomo di Arcore, smentisce di
considerare Renzi un abusivo al Nazareno e prova a volare alto: «Il
mio problema non è far cadere il governo che sostengo, ma quale
Paese abbiamo in mente». E quale Pd. Quello di Cuperlo è un partito
di sinistra che abbia «più radicalità e coraggio» e metta in cima
all’agenda «un pacchetto di misure sulla cittadinanza, una forma
di reddito minimo e contrasto universale alla povertà, una legge non
bislacca sulle unioni civili» e via elencando.
Quanto alla
riforma costituzionale sui cui rischiano di naufragare sia il Pd che
il governo, Cuperlo scrive di volere anche lui la fine del
bicameralismo. Ma non «un Senato né carne né pesce», non uno
«squilibrio di poteri che è puro buon senso sanare». E qui, in
nome della democrazia italiana, propone di stringere «un accordo
serio» e andare avanti spediti. La mediazione sul listino non lo
convince, eppure Cuperlo propone al premier di «lavorare assieme» e
«costruire quel centrosinistra unitario che vince dalle prossime
Amministrative». Solo così il Pd potrà recuperare la «fiducia di
tanti», la stessa fiducia che Staino ritiene perduta per colpa della
minoranza: «Questa Sinistra Dem ci sta veramente scassando i co...
Non vi sopporta più nessuno».
Un altro avrebbe reagito male.
Cuperlo invece trova una chiusa persino affettuosa nei confronti
dell’«amico» Sergio: «Certo, se a tutto questo tu rispondi che
distruggo la sinistra, che sto sulle palle al mondo e sono un
parassita narciso e presuntuoso, io non credo di avere le parole per
replicare. Spero solo tu non sia proprio nel giusto... Però ti
voglio bene lo stesso.
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