martedì 11 agosto 2015

Cuperlo e l’Unità «Caro Bobo, qui rischiamo di separarci».


Corriere della Sera 11/08/15
Monica Guerzoni
«Continuiamo così, facciamoci del male...», direbbe Nanni Moretti, uno che di tormenti della sinistra se ne intende. E Gianni Cuperlo, un po’ con lo stesso spirito, chiede ai compagni di smetterla di tirarsi la zappa sui piedi. Altrimenti la scissione sarà inevitabile: «Io temo che senza un ascolto vero, senza stima reciproca, con campagne dal sapore denigratorio che sono più facili da supportare per chi di più potere dispone, ci si possa trovare distanti o separati senza neppure dirselo. Ma a quel punto, qualcuno potrà dire d’aver vinto?». 
 Per due giorni l’ex sfidante di Renzi alle primarie ha incassato colpi sotto la cintura dal vignettista Sergio Staino — amatissimo dalle «base» Pd — il quale lo ha tratteggiato come il più triste dei suoi personaggi, un «estremista disperato», arrogante e anche politicamente scorretto. Con una lettera sull’ Unità Staino ha imputato all’«amico» Cuperlo un atteggiamento «assurdo e fuori dalla storia del Pd», lo ha accusato di voler uccidere la sinistra con una «strategia suicida» che farà vincere Grillo o Salvini e infine, su Repubblica , lo ha ritratto «al guinzaglio di D’Alema». 
 Cuperlo, fenomenale incassatore, ci ha pensato su due giorni, poi ha buttato giù 200 righe di risposta, pubblicate oggi sul quotidiano fondato da Gramsci e diretto da Erasmo D’Angelis: «Caro Sergio, non sono di gomma. Linguaggio e asprezza del giudizio lasciano il segno...». Ma l’amicizia, promette il già presidente del Pd renziano, «malgrado tutto» non brucerà tra le fiamme di questo carteggio: «Se l’occasione serve a chiarire degli snodi è giusto farlo, ciascuno per come sa e come vuole». Toni prudenti e garbati, com’è nello stile del deputato triestino, che però a Staino deve aver mandato qualche sms di troppo del tipo «se lavori all’ Unità ti sei venduto a Renzi, sei un traditore della sinistra». Così almeno la racconta il vignettista, imputando a Cuperlo un grosso errore di valutazione: «Considerare simili Berlusconi e Renzi». 
 Il leader di Sinistra Dem non ci sta, assicura di non aver mai paragonato il capo del governo all’uomo di Arcore, smentisce di considerare Renzi un abusivo al Nazareno e prova a volare alto: «Il mio problema non è far cadere il governo che sostengo, ma quale Paese abbiamo in mente». E quale Pd. Quello di Cuperlo è un partito di sinistra che abbia «più radicalità e coraggio» e metta in cima all’agenda «un pacchetto di misure sulla cittadinanza, una forma di reddito minimo e contrasto universale alla povertà, una legge non bislacca sulle unioni civili» e via elencando. 
 Quanto alla riforma costituzionale sui cui rischiano di naufragare sia il Pd che il governo, Cuperlo scrive di volere anche lui la fine del bicameralismo. Ma non «un Senato né carne né pesce», non uno «squilibrio di poteri che è puro buon senso sanare». E qui, in nome della democrazia italiana, propone di stringere «un accordo serio» e andare avanti spediti. La mediazione sul listino non lo convince, eppure Cuperlo propone al premier di «lavorare assieme» e «costruire quel centrosinistra unitario che vince dalle prossime Amministrative». Solo così il Pd potrà recuperare la «fiducia di tanti», la stessa fiducia che Staino ritiene perduta per colpa della minoranza: «Questa Sinistra Dem ci sta veramente scassando i co... Non vi sopporta più nessuno». 
 Un altro avrebbe reagito male. Cuperlo invece trova una chiusa persino affettuosa nei confronti dell’«amico» Sergio: «Certo, se a tutto questo tu rispondi che distruggo la sinistra, che sto sulle palle al mondo e sono un parassita narciso e presuntuoso, io non credo di avere le parole per replicare. Spero solo tu non sia proprio nel giusto... Però ti voglio bene lo stesso.

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