Corriere della Sera 28/08/15
Stefano Montefiori
Il direttore di Sciences Po Frédérique
Mion presenta, in inglese, Enrico Letta e parla del suo «ruolo
centrale nella politica europea degli ultimi vent’anni». Nel
grande auditorium della «fabbrica delle élites» francese si
inaugura il nuovo anno accademico e centinaia di ragazzi applaudono
Letta come nuovo preside della Psia, la Paris School of International
Affairs.
«Sul palco ero davvero emozionato, è un nuovo inizio»,
dirà poi Letta alla fine della cerimonia. Per dirigere la Psia, una
delle sezioni più prestigiose di Sciences Po, l’ex presidente del
Consiglio italiano si è dimesso da deputato e si è trasferito a
Parigi con la famiglia.
Nata nel 2010 per volontà del grande
direttore scomparso tre anni fa Richard Descoings, guidata finora dal
politologo ed ex ministro libanese Ghassan Salamé, la Psia si vanta
di essere «la più grande scuola di affari internazionali del
mondo»: corsi biennali, 1.500 studenti, il 70 per cento dei quali
non francesi, e circa 350 insegnanti scelti tra accademici e uomini
politici. Letta terrà in particolare un corso intitolato «L’Unione
europea di fronte alle nuove sfide mondiali».
«Nessuno di noi
sarà uguale a se stesso dopo questi due anni», ha esordito Letta
nel suo discorso inaugurale. «Vale per gli studenti, vale per me e
per tutti i professori. Cambieremo. E questo cambiamento sarà
cruciale per le vite di ognuno di noi».
Il nuovo preside della
Psia ha evocato il momento decisivo che attraversano il mondo e
l’Unione europea. «In questi prossimi due anni avremo un nuovo
segretario generale dell’Onu e un nuovo presidente Usa. Avremo un’
Europa diversa che avrà preso una strada oppure un’altra nel bivio
in cui si trova, in particolare sui due temi cruciali dell’euro e
dei flussi migratori. Un’Europa che deve fare passi avanti verso
l’integrazione altrimenti è destinata al declino. Un’Europa che
vivrà elezioni decisive nei suoi due principali paesi, Francia e
Germania».
Poi Letta ha parlato dell’atteggiamento richiesto
da questo futuro di svolte. Sottolineando che il mondo accademico non
è una realtà di osservatori, staccati dalla realtà e dalla
politica. Vale per i ragazzi, chiamati a essere leader , non follower
, e vale per lo stesso preside Letta: «Vivremo insieme questi
cambiamenti. Ma li guarderemo non come si legge un giornale, o si
guarda un sito o un documentario. Non saremo e non sarete gli
spettatori di un film. Siete qui non per imparare a commentare senza
impegno le realizzazioni degli altri. No, decisamente, se avete
scelto Psia e Sciences Po non è per mimetizzarvi, nascondervi, non è
per scegliere la vita facile, non è per limitarvi al ruolo di
follower ».
Letta, che poche ore prima aveva partecipato a un
convegno del Medef (la confindustria francese) sui giovani e la
società, ha continuato evocando la sua «esperienza personale»: «I
cambiamenti del mondo dipendono dalle persone, e non solo quelle che
hanno responsabilità formale di governo a livello nazionale o
internazionale. Parlo delle persone che in varie posizioni sono in
grado di influire sulle scelte. Le persone contano. Le persone sono
il centro. Ho accettato con slancio la proposta del direttore di
Sciences Po Frédéric Mion, nonostante, o forse proprio perché,
questa proposta mi ha portato ad un cambio di prospettiva di vita».
Lontano da Roma, ma puntando a essere protagonista, non semplice
spettatore, dei cambiamenti a venire.
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