mercoledì 12 agosto 2015

Migranti, Grillo dà la linea (dura) Poi annuncia: presto mi defilerò.


Corriere della Sera 12/08/15
Melania Di Giacomo
L’immigrazione torna a essere terreno di scontro nei Cinque Stelle. Il blog di Beppe Grillo in un puntuto post, in cui viene richiamata la democraticità del Movimento («non esistono gerarchie, tipiche invece di altri partiti»), alza il cartellino giallo nei confronti del «cittadino portavoce» al Senato Maurizio Buccarella e di fatto sconfessa la linea «morbida» sull’accoglienza del «tavolo immigrazione dei portavoce M5S», che aveva proposto permessi di soggiorno temporanei e «accoglienza diffusa», col superamento di Cie e centri per richiedenti asilo. «Nel Movimento 5 Stelle esistono posizioni e discussioni, come quella in corso sull’immigrazione», è la pietra tombale posta da Grillo, che dà al documento dei parlamentari pari dignità delle proposte di Vittorio Bertola, «cittadino portavoce» al Comune di Torino, autore di un post dove proponeva un «giro di vite» sui permessi umanitari e più rimpatri forzati. 
 Grillo torna sull’argomento in serata, in un’intervista al programma In Onda su La 7, e attacca la Lega che «ha fatto parte del sistema di sfruttamento». Sul reato d’immigrazione clandestina corregge la linea: «É un reato amministrativo o quasi. È una perdita di tempo per le forze dell’ordine e per i giudici». Sulla gestione degli arrivi dice: «Gli immigrati vengono deportati, perché fanno parte di un flusso economico e di profitto: quando un immigrato costa 50-60-70 euro al giorno e sta per due anni in un centro di accoglienza, quelli sono soldi». 
 Ma il Movimento ribolle. É un po’ la riedizione di quanto successo nel 2013, sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina. Anche allora non mancò la dialettica interna: ci fu referendum tra gli iscritti al blog, dove prevalse la linea pro abolizione. Anche in questo caso l’uscita di Grillo apre il dibattito in Rete, e tra chi lamenta la «deriva preoccupante e destrorsa» e chi ritiene i Paesi multietnici «quasi tutti fogne a cielo aperto», si torna a chiedere di usare il voto « per risolvere internamente questioni come questa». 
 Rispetto al 2013 di diverso c’è l’atteggiamento dello stesso capo del Movimento che ieri ha ribadito la voglia di dedicarsi alla tv: «Mi defilo dal Movimento perché ho un’età pazzesca, una famiglia numerosa: ho fatto il mio tempo. Però ci sono, il Movimento è la mia vita» dice. E attacca il capo dello Stato Mattarella, accusandolo di non leggere tra le righe delle leggi: «Non so neanche chi sia, cosa faccia. Io pensavo che almeno un pugno sulla scrivania lo potesse dare». 
 Tornando al fronte dell’immigrazione resta alta la polemica della Lega con la Cei, la conferenza dei vescovi, dopo che il segretario, monsignor Galantino aveva definito «piazzisti da quattro soldi» chi ci specula politicamente. Roberto Calderoli risponde che per essere «credibili», in Vaticano dovrebbero eliminare «l’arresto di chi entra e resta irregolarmente. Non si può predicare bene e razzolare male!». Per Maurizio Gasparri, (FI), Galantino ha usato un «linguaggio politicistico» e non vede «l’invasione di clandestini in atto». Interviene anche Umberto Bossi, per il quale «non si può sperare solo nella Divina provvidenza» e «non ci sono le condizioni per accogliere tutti». «Padroni a casa nostra», dice il governatore lombardo, Roberto Maroni, che rilancia l’idea di FdI: una class action contro il governo che impone ai sindaci l’accoglienza. Di contro il sindaco di Firenze, Dario Nardella (Pd) paragona chi rischia la vita in mare ai «nostri partigiani che hanno portato avanti la ricerca di libertà con la guerra di Resistenza e di Liberazione».

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