Corriere della Sera 12/08/15
Matteo Lancini
Psicologo, Pscoterapeuta
Non hanno paura i ragazzi
che
decidono di sballarsi con la droga e l’alcol. Non basta
sapere
che di droga si può pure morire, nonostante i genitori lo dicano
da
sempre, nonostante a scuola vengano
fatte campagne informative e
preventive.
Non basta sapere che esiste una variabilità
soggettiva nelle reazioni di chi assume,
né essere informati che
oltre ad essere pericolose e dannose di per sé, le droghe vengono
sintetizzate in luoghi clandestini, tagliate con sostanze
potenzialmente letali. Non basta essere consapevoli, dunque,
dei
rischi che ci si assume insieme
alle droghe, perché le
prospettive
della vita e della morte nella mente dei ragazzi
sono
entrate fortemente in crisi.
Proprio in adolescenza si
intraprendono
le sfide per mettere alla prova la propria
condizione di «esseri finiti» e «non infiniti», mortali e non
onnipotenti, ma oggi i ragazzi che decidono di ingerire pasticche
dalla composizione ignota, decidono
di fatto di giocare alla
roulette russa.
Nella società dell’immagine e del
narcisismo, non c’è rabbia, spirito
di contestazione ma solo
voglia di divertirsi,
di apparire agli occhi degli altri come
i
padroni della festa, di spiccare nella mischia di una serata a tutto
volume.
La droga è ricercata per nutrire e realizzare
il
desiderio di prestazione del corpo
e dello spirito: apparire
scatenati, simpatici
e disinvolti anziché spenti, tristi e senza
prospettive per il domani. Tutti ridono
dalle pagine dei profili
social, tutti appaiono allegri e senza pensieri sulla rete
che
connette il mondo globalizzato, in crisi generale di speranza e di
futuro. Il senso
della vita rischia di essere imprigionato
nell’istantanea di un sorriso mascherato,
di una serata da
brivido, non importa
che sarà domani, perché l’alba del giorno
che verrà non ha granché da offrire.
Alcuni ragazzi vivono in
questa condizione
di assenza di speranza, di progettualità
per
il futuro, abitati dalla paura di vedere
i propri sogni e speranze
infranti
dalle intemperie della contemporaneità.
È così che
lo spaccio di anestesia
e di divertimento dissennato raccoglie
proseliti e riscuote successo,
perché combatte lo spaccio di
paura
e di assenza di futuro su cui si è molto concentrato il
mondo adulto
negli ultimi anni. Solo coltivando
la speranza e
la fiducia nella ricostruzione dopo il fallimento si potrà
contrastare
il bisogno di anestesia delle nuove generazioni.
Non
si scherza con il futuro degli adolescenti. L’assenza del domani
lascia spazio
agli spacciatori del presente,
dello stordimento
fine a se stesso.
In adolescenza servono invece adulti competenti
che preparino e spaccino futuro.
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