venerdì 7 agosto 2015

Bonus figli e agevolazioni fiscali Il «Family act» di Alfano: su questo ci giochiamo tutto.


Corriere della Sera 07/08/15
Melania Di Giacomo
«Sul sostegno alla famiglia in Finanziaria ci giochiamo tutto», dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Dopo che Renzi ha annunciato la sua «rivoluzione fiscale», anche Area popolare non vuol essere da meno: quella proposta dai centristi è nel segno della famiglia. Se il taglio delle tasse sarà di 48-50 miliardi di euro in un triennio, fino al 2018, l’investimento per fare dell’«Italia il Paese delle culle» dovrà essere almeno del 15%. Ecco quindi il pacchetto, detto «Family act» per fare il paio col Jobs act , che a regime vale 7,6 miliardi: un mix di agevolazioni fiscali e voucher per le coppie con figli e genitori a carico col quale Ap intende lasciare la firma sulla legge di Stabilità. «Saremo protagonisti — aggiunge Alfano — e i due pilastri saranno casa e famiglia». 
 Una proposta fiscale che è anche un manifesto politico da contrapporre alla legge sulle unioni di fatto. Non a caso il capogruppo alla Camera, Maurizio Lupi, nel presentare le slide con la proposta di legge, puntualizza come questa sia indirizzata alla famiglia «costituzionalmente riconosciuta», che insistono i centristi, è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. 
 Punto qualificante, nonché più oneroso (circa 4 miliardi), è la revisione delle detrazioni fiscali per dare più peso ai figli a carico. Si vorrebbero elevare i massimali e introdurre agevolazioni più sostanziose man mano che la famiglia cresce: la detrazione per un solo figlio passerebbe così da 959 a 1.150 euro e quella per quattro figli da 5.800 a 8.400 euro. Il tetto di reddito per rientrare nella categoria dei familiari a carico dovrebbe poi passare da 2.840 a 6.500. Si prevede anche una detrazione aggiuntiva di 500 euro (oltre ai 750 attuali) per ciascuno dei genitori anziani che vivono in casa. E la deduzione, per un anno, fino all’80% delle spese per la salute e la cura dei neonati, dalle visite specialistiche ai pannolini. Secondo i proponenti dovrebbe costare 200 milioni. 
 Rispunta poi l’idea di correggere il bonus da 80 euro con il cosiddetto «quoziente familiare», alzando la soglia massima di reddito per le famiglie. Un’idea circolata a più riprese lo scorso anno. Era stata già studiata a maggio, quando il decreto sullo sconto Irpef era arrivato in Parlamento per la conversione in legge, ma poi non se ne fece nulla. Né aveva trovato spazio (o meglio copertura) l’autunno successivo nella legge di stabilità. E c’è da aggiungere che se la previsione di spesa allora era tra i 200 e 300 milioni l’anno, la proposta dei centristi della maggioranza è ben più gravosa: per ogni familiare a carico i limiti di reddito dei beneficiari vengono aumentati del 10% (dagli attuali 26 mila euro lordi) al costo stimato di 1,1 miliardi. Nel Family act ci sono quindi misure per la conciliazione vita-lavoro, dal potenziamento degli asili nido ai voucher per le babysitter e per l’istruzione da mille euro all’anno, e benefici non solo per i dipendenti ma anche per le imprese: un credito d’imposta del 20% della retribuzione riconosciuto al datore di lavoro nel caso di congedo parentale, mentre l’indennità al lavoratore-genitore passerebbe dal 30 al 60% dello stipendio. Vi è infine il capitolo casa con agevolazioni per il proprietario che affitta a giovani famiglie, oltre a sconti sull’Imu e la Tasi. Visto che la ratio è spingere le coppie a fare figli, in caso di nascite questi benefici sarebbero prorogati per tre anni. 
 Ap sosterrà anche l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, garantisce Alfano: «Anche questa è una forma di sostegno alla famiglia». Ma si dice pronto a dare battaglia anche sul Family act : «Le politiche per la famiglia non possono essere un emendamento inserito per sbaglio».

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