Attilio Caso
Nichi augura buon compleanno a Pietro
Ingrao: "Siamo tutti discepoli del maestro Pietro Ingrao. Da lui
abbiamo appreso la bellezza della politica e la abbiamo subito
dimenticata. Abbiamo conservato solo la bellezza, perché quella
politica che deve "esplorare l'impossibile", affermata dal
Compagno, non ci interessa: è greve e insopportabile come la
preoccupazione per gli esclusi, per coloro che non sono né figli di
avvocati né di primari, che non aspirano necessariamente al pubblico
impiego e che non sono in pensione dopo qualche difficile decennio,
vissuto da docenti universitari. Le nostre preoccupazioni sono quelle
di Maurizio, Lucia, Norma, Stefano, Luciano e Miguel: a quale talk
show sarò ospite domani, per affermare cose di sinistra? A quale
convegno parteciperò? Su quale cattedra o in quale posizione di
funzionario pubblico piazzerò un nostro protetto? Dove potrò citare
Plotino e Gabo, per stigmatizzare l'onta assoluta del Patto del
Nazareno? Quando potrò incontrare Pippo per parlare di derive
autoritarie e dittature di velinismo e renzismo merkelista?
Pietro ci parla da sempre di giustizia
sociale: bravo Maestro! Ma non esagerare, altrimenti dovremmo
valutare quanto impegno abbiamo davvero profuso, per combattere
questa esclusione, e allora saremmo indotti a distogliere lo sguardo
dalla struggente bellezza di un tramonto o dalla sognante nostalgia
di un malinconico finale di Luchino Visconti. Oppure, ancor peggio,
dai panzerotti, che hanno preparato le allieve di Luciano, per
festeggiare la vittoria di Sarkozy, che è meglio di Renzi. P.S.
Pippo oggi vuole disertare la Direzione Nazionale del PD, ma non per
fare argine alla marea decisionista, ma perché gli ho spedito una
foto della tavola imbandita."
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