di Aldo Grasso
Il corriere della sera 1 marzo 2015
Non ne ha mai imbroccata una, ma ora
vorrebbe smacchiare il premier
Parole di
fuoco di Pier Luigi Bersani contro Matteo Renzi: «M’inchino alle
esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano
diventare figuranti di un film non ci sto». E così l’ex
segretario del Pd ha disertato l’incontro dei parlamentari
convocati nella sede del Nazareno, ottenendo il consenso di Civati,
Cuperlo, Fassina, Rosy Bindi.Politicamente, Bersani è un sereno
perdente; dopo le imitazioni di Maurizio Crozza è impossibile non
volergli bene. Tempo fa, si è inchinato alle esigenze della
comunicazione e, lontano dal bersanese d’antan, ha cercato una
lingua colloquiale, legata a metafore popolari. Invece di accendere
emozioni ha scatenato emulazioni: non siamo qui ad asciugare gli
scogli, a smacchiare i giaguari, a cambiare gli infissi al Colosseo,
a mettere i pannelli fotovoltaici alle lucciole, a pettinar le
bambole…Come si fa a non amarlo? Eppure Bersani non ne ha
imbroccata una che sia una, neppure a pagarla: da segretario del Pd
non è riuscito a formare un nuovo governo, si è fatto prendere in
giro dai grillini, si è dimesso per l’incapacità di candidare
alla Presidenza della Repubblica prima Marini e poi Prodi, è finito
a fare «il nemico interno», il sorcino verde evocato da Brunetta e,
forzando la sua natura, il proto-Civati. Adesso però alza la voce e,
forte della minoranza dem, vorrebbe smacchiare Renzi: «Oh, ragassi,
porco boia… i figuranti non sono mica delle mezze figure!»
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