CARMELO LOPAPA
La Repubblica 29 marzo 2015
Sfogo di Romani, nuova lite con
Brunetta Salvini apre all’accordo. Scontri a Torino
Berlusconi lancia la sfida per
riconquistare Milano (tra un anno) e l’Italia (chissà quando), ma
il partito nel frattempo si sbriciola sotto i colpi di piccone.
L’ultimo arriva a sorpresa da un fedelissimo come Paolo Romani. Il
capogruppo al Senato interviene prima del consueto collegamento
telefonico del leader che chiude la manifestazione organizzata da
Mariastella Gelmini all’auditorium Gaber di Milano. «Non si dica
che tutto va bene, perché oggi non va bene nulla — esordisce —
Siamo divisi e litigiosi, non raccontiamo cose credibili e i peggiori
di noi vanno in tivù solo per dire stupidaggini: dalle intransigenze
stile Brunetta alla melassa a cui appartengo».
E ancora, «occorre una cessione di
sovranità interna, il problema c’è, lo dobbiamo affrontare »,
dice riferendosi alla necessità di organismi dirigenti veri e
operativi, al di là del leader. Poi le alleanze. «Siamo sicuri che
possiamo essere federatori, che esiste ancora il centrodestra? Tra
Salvini che dice cose terrificanti e Alfano che è il servo sciocco
di Renzi?» Un j’accuse che va oltre l’autocritica e tutt’altro
che improvvisato. «Ho scritto e ragionato una notte intera, erano
cose che andavano dette e poteva farlo giusto uno che vuole bene a
Berlusconi — racconterà poi, raggiunto al telefono, il capogruppo
— Se alle regionali non raggiungiamo almeno il 15 per cento, la
dissoluzione diventa inarrestabile». Giovanni Toti, presente
all’evento, ironizza: «Oggi Romani si è divertito a fare il
rottamatore con i capelli bianchi e ci è riuscito anche bene ».
Romani legge e non incassa l’allusione renziana: «Non sono
rottamatore, ma un ragionatore e dopo 20 anni in Fi me lo posso
permettere». Chi l’ha presa proprio male è Brunetta (tra i due,
un mese fa, altro scontro): «Grazie a Romani per avermi definito
intransigente nei confronti di Renzi — è il suo tweet — meglio
intransigenti che inesistenti».
Tanti altri invece plaudono. Altero
Matteoli concorda «totalmente » con Romani e spera «che si possa
aprire subito un confronto con Fitto per evitare spaccature: a
Berlusconi al telefono ho già detto che non condivido la circolare
della senatrice Rossi che impedirebbe di candidare chi ha più di tre
mandati ». Che poi, nella lettura della cerchia ristretta del
leader, sarebbe proprio la miccia che avrebbe acceso queste reazioni.
Raffaele Fitto, un piede già fuori in Puglia e non solo, chiede se a
questo punto «si aprirà una riflessione davvero libera o si farà
finta di nulla e si proseguirà con epurazioni, esclusioni e
commissariamenti?» E con Romani anche Daniela Santanché: «Basta
fare gli struzzi, apriamo un dibattito franco». Maurizio Bianconi,
fittiano: «Facile diventare antifascisti il pomeriggio del 25
aprile. Ma meglio tardi che mai».
In questo clima, l’ex Cavaliere
(«Colpa di un’influenza») diserterà stamattina la manifestazione
romana organizzata da Tajani e la Rossi, limitandosi a una
telefonata. In quella di ieri a Milano aveva suonato la carica. Il
centro-destra dovrà riconquistare «la guida di Milano, dove tutto è
iniziato, poi faremo ripartire anche l’Italia, dove siamo la
maggioranza vera e naturale». Per poi attaccare Renzi che «sta
dimostrando che la sinistra pensa solo a occupare potere a qualunque
costo ». Unica nota positiva, per lui, la schiarita con Salvini in
vista delle regionali. Il capo del Carroccio parla prima a Torino,
dove si registrano scontri tra antagonisti del corteo anti Lega e
polizia, poi a Bergamo: «Non c'è alcun ostacolo a un accordo, non
ho condizioni da imporre a Forza Italia».
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