Aliberto Taglietti
Amici comuni, sensibili, attenti ai
problemi, con un grande manifesto annunciano un convegno, lunedì 23
marzo, alle ore 17, presso gli Artigianelli, sul tema della Povertà
e delle Disuguaglianze.
Bene si direbbe. Poi si legge il
sottotitolo: Oggi più di ieri la povertà è qualcosa che
abbiamo vicino, ecc. Ma, viene il dubbio, se è vicina non riguarda
noi e poi la povertà sembra un oggetto impersonale, la povertà è
“qualcosa”. La povertà, se è una cosa esterna, “fastidiosa”
come le mosche, …basterà difendersi con una zanzariera! Avrei
voluto partecipare, ma la discussione non mi riguarda, riguarda solo
chi povero non è, ho pensato. Poi viene il tema della
Diseguaglianza. Bella parola, ma tra chi? Tra la povertà e il
privilegio? Tra chi lavora onestamente e chi viene offeso dalla
corruzione? Tra chi paga tutte le tasse e chi ci assedia con
l’evasione fiscale? Qui è facile lasciare che la demagogia
trionfi. I filoni di discussione sarebbero molteplici, ma è quasi
impossibile iniziare un ragionamento senza rischiare di rendere più
uguali soltanto i poveri, senza nemmeno farci sfiorare dal pensiero
di rendere meno ricchi i più ricchi, i privilegiati meno
privilegiati, i corrotti meno corrotti e gli evasori meno evasori. Ci
si scontra a questo punto con un fatto reale, tecnico: dei poveri
conosciamo tutto, i nomi, i cognomi, le residenze, i redditi. Lo
Stato li conosce e, bontà sua, ci prepara anche la dichiarazione dei
redditi. Ma dei ricchi non parliamo? Il sindacato, quando non era
così burocratizzato, riusciva a tenere contenuto il divario tra il
salario dell’operaio e i compensi del dirigente o
dell’amministratore delegato. Perché oggi non è più così?
Perché i ricchi non hanno più confini? E’ approfondendo la
ricerca di questi “sconosciuti” che si arriverà a ridare dignità
alla povertà. Il proliferare di convegni, incontri, talvolta senza
dibattito, senza confronto, hanno anche un costo. Sommando i costi di
tanti convegni le cifre diventano consistenti. Soltanto con la
sobrietà e con l’autofinanziamento si può ridare dignità alla
politica e al partito.
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