PAOLO GRISERI
La Repubblica 18 marzo 2015
Distanze invariate dopo il faccia a
faccia La leader: “Così non fai più sindacato”
La coalizione sociale di Landini
«danneggia i lavoratori» perché «esula dai compiti del
sindacato». Così Susanna Camusso spiega le ragioni dello scontro
della Cgil con la Fiom.
La tensione resta alta e non serve a
stemperarla il faccia a faccia di un’ora tra i leader delle due
organizzazioni che ieri ha aperto la giornata in corso d’Italia. Lo
scontro è quello sulla presunta intenzione di Maurizio Landini di
dare vita a una coalizione sociale che sia l’embrione di un nuovo
partito della sinistra. Ipotesi che è stata avanzata da esponenti
dell’area di governo e che è sempre stata smentita dalla Fiom. La
Cgil teme però che, dopo le polemiche, l’idea della coalizione
sociale di associazioni contro la politica del lavoro di Renzi
finisca per mutarsi in qualcosa di diverso da una semplice iniziativa
sindacale. Per questo nel faccia a faccia di prima mattina Camusso
chiede a Landini di «chiarire» il senso della manifestazione e
propone alla Fiom di «scrivere insieme un documento che indice la
protesta in modo da superare ogni ambiguità». Landini risponde che
non c’è alcuna ambiguità. In serata dunque le divergenze
rimangono profonde: «Dobbiamo tutelare l’autonomia del sindacato
dalla politica dei partiti. Superare quel limite significa
danneggiare i lavoratori», si sfoga Susanna Camusso con i suoi
collaboratori. Per questo, aggiunge, «è decisivo capire se la
manifestazione del 28 marzo indetta dalla Fiom è una manifestazione
sindacale o se diventa il battesimo della coalizione sociale ». E’
evidente che in questo secondo caso la Cgil non intende avallare
l’iniziativa.
Ma lo scontro, per quanto forte, rimane
in una fase di stallo. Per evitare rotture definitive nel faccia a
faccia della mattinata Maurizio Landini presenta a Camusso il testo
che indice la manifestazione. Testo che definisce «pienamente
legittima» la proposta di una coalizione sociale di associazioni e
movimenti che sostenga la battaglia della Fiom per i diritti del
lavoro. Così la Cgil chiede ai suoi metalmeccanici di rimanere nel
terreno sindacale e la Fiom ribatte chiedendo ai vertici della Cgil
di partecipare alla manifestazione del 28 marzo. Ipotesi,
quest’ultima, che non si esclude del tutto: «Sul 28 - spiega
Camusso - c’è da chiarire la piattaforma. Poi ci mancherebbe altro
che i militanti della Cgil non partecipassero a titolo personale alle
manifestazioni delle categorie dell’organizzazione». Lo scontro
promette di andare anche oltre la manifestazione di fine mese. Un
secondo terreno di confronto sarà quello del referendum contro il
jobs act che la Fiom sostiene con forza e che ieri sera Landini ha
riproposto anche nell’intervista a Ballarò. La Cgil è invece
molto più prudente. «La strada del referendum - commentava ieri
sera Camusso - non è una delle nostre priorità. Preferiamo quella
della legge di iniziativa popolare che estenda lo Statuto dei
lavoratori anche alle piccole aziende. In ogni caso, prima di
decidere un referendum sarà necessario consultare gli iscritti».
L’ultimo possibile terreno di scontro tra Camusso e Landini sarà
sulla proposta della Fiom dell’elezione diretta del segretario
generale della Cgil: «Non penso che fare le primarie nel sindacato
sia una buona idea», chiude il discorso Camusso con una punta di
malizia.
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