Denunciare la Lega e Forza Italia per le strumentalizzazioni sulle
disgrazie è giusto, ma l'emergenza nel Mediterraneo resta tale. Oltre
alla giusta evocazione di più Europa, forse Renzi potrebbe correre un
rischio politico a fin di bene
Ciò che stava per accadere nel Mediterraneo non era difficile da prevedere,
anche per questo il governo sbagliava giorni fa quando respingeva come
propagandistica la definizione di «emergenza» per l’ondata di sbarchi di
immigrati.
È evidente e tristemente inevitabile che ci sia in campagna
elettorale chi strumentalizza la disgrazia di tante centinaia di
persone. Per la Lega di Salvini è una reazione coerente con la sua più
recente versione cattivista. Da parte di Forza Italia suona già più
forzato, e infatti il mediocre Toti rimedia una figuraccia quando
paragona a una pensione minima l’onere sostenuto per assistere un
immigrato messo in salvo dalle onde.
Denunciare le strumentalizzazioni politiche non rende però meno grave
ciò che sta succedendo. Ai disperati che fuggono dalla Siria o dal
Sudan per venire ad affondare tra la Libia e l’Italia non possiamo
rimproverare il tempismo politico del viaggio.
Il governo si attesta sulla linea della chiamata in causa
dell’Europa: tutt’altro che un diversivo, anzi la chiave di ogni
possibile soluzione, come confermavano ieri gli interventi nella stessa
direzione da parte del commissario Malmstroem e del candidato Pse
Schulz.
Non è detto però che le cose giuste funzionino. Rinviare alle
responsabilità Ue suona contemporaneamente sacrosanto e debole. Molto
razionale, su una questione che nel bene e nel male suscita più emozioni
che riflessioni.
Qualche sera fa in tv, forse perché era circondato da giovani, Matteo
Renzi ha battuto un’altra strada, insieme a quella della responsabilità
europea: quella della rivendicazione piena di un gigantesco sforzo di
solidarietà. Perfino nel giorno in cui si contano a dozzine i morti, Mare Nostrum rimane un’eccezionale operazione che salva un numero enormemente maggiore di vite umane.
Questo è un punto da tenere fermo, sfidando la follia di chi
evidentemente vorrebbe che le motovedette italiane facessero macchina
indietro quando vedono un barcone che sta per affondare.
Volendo però, incoraggiati dalla temerarietà di papa Francesco, ci si
potrebbe spingere oltre: valutiamo se la provocazione di chi propone di
trasformare i viaggi della disperazione in spostamenti organizzati e
sicuri sia davvero così estrema. E se dunque l’Italia, come dice sempre
Renzi, non sia per caso davvero migliore di come la immaginano i
politici imprenditori della paura.
Nessun commento:
Posta un commento