PIERO COLAPRICO EMILIO RANDACIO
MILANO
INVESTIRE in uomini e incassare soldi,
anche in base al «timing » (dice proprio così) delle mazzette:
«Cinquanta prima di Natale, poi da feb, mar, 25 al mese», in
migliaia di euro. Questo è il metodo di Gianstefano Frigerio.
COME spiega lui stesso a proposito di
Mario Colombo, direttore generale della Fondazione istituto
auxologico italiano: «Perché Colombo è il direttore su cui ho più
investito, tirato su, ci faccio i viaggi insieme, quindi so tutto di
lui...». Ma anche con gli altri, pochi scherzi: si contano ben
sedici, tra direttori amministrativi e sanitari di aziende
ospedaliere, legati a Frigerio, e più di 2.700 contatti telefonici
tra «la cupola» e le aziende sanitarie (dal gennaio 2012 al giugno
2013). È il «parco dirigenti sanitari» che Frigerio, così scrive
la Procura, considera come «cosa sua». Tutti questi manager
pubblici secondo la «longa manus» di Frigerio, Sergio Cattozzo,
«vanno coccolati come belle donne». Perché «aggiustare» le gare
d’appalto non è facile, «bisogna mettere venti stecche in forno
per tirarne fuori dieci». E loro ci riescono.
IL PPE E FRIGERIO
«Millanterie», replicano in molti,
compreso Silvio Berlusconi, per liquidare questa nuova inchiesta
sull’Expo e sulla sanità lombarda, «malata » di corruzione.
Eppure, il settantacinquenne Frigerio risulta collaboratore del
Partito popolare europeo, ufficio politico Ppe, con la dizione di
“on.” (onorevole). Non solo: come insiste in varie
intercettazioni, ha «un capo», anzi «un padrone ». E osservando
«il metodo Frigerio» diventa facile capire come il «piccolo» (ad
esempio l’ospedale di Melegnano) e il grande (per esempio:
Fincantieri) possano essere tutt’uno.
«FAI QUELLO CHE DICE FRIGERIO»
Daniela Troiano è il direttore
generale dell’azienda ospedaliera di Pavia, in passato stava a
Melegnano e davanti a Frigerio, nel centro Tommaso Moro, fa un
amarcord: «La prima cosa che mi ha detto quando mi sono seduta a
Melegnano è “Fai sempre quello che ti dice l’onorevole
Frigerio”». E prosegue: «Me lo ricordo benissimo, sono passati
quattro o cinque anni», e già ubbidiva, in base a ciò che i
magistrati chiamano «genetica adesione». Il 20 maggio 2013 i
detective della Dia e della Finanza filmano la signora in una scena
che definiscono «teatrale». Infatti nell’ufficio di Frigerio è
appena uscito l’imprenditore del settore pulizie Stefano Fabris,
che cerca una sponda per servire l’ospedale, e alle 15.55 entra
lei, che di quell’ospedale è manager: insomma siamo nel «crocevia
per intessere da parte di Frigerio la fitta rete di incontri e
accordi illeciti tra pubblici ufficiali e imprenditori in relazione
agli appalti».
«RAZIONALITÀ» E DISPOSIZIONE
Stesso atteggiamento da parte di
Patrizia Pedrotti, che arriva a Melegnano al posto della collega
Troiano, e Frigerio le dice: «Siccome io e te abbiamo fatto un
accordo... di razionalità, che se io ho bisogno di una cosa ne parlo
a te... ». Le risposte della signora Pedrotti sono grate, sotto il
Natale 2012 aggiungerà un «Abbraccio per tutto quello che hai fatto
quest’anno ». La signora è però nel gennaio 2013 «disperata —
parole sue — dopo aver letto nello scorso weekend 18.700 pagine
d’intercettazioni». Era indagata per turbativa d’asta a Desio e
Vimercate, ma Frigerio la rassicura, invitandola a colazione: «Ti
devo fare un po’ di predica. Non devi amplificare una cosa che non
esiste, non c’è motivo che ti preoccupi». Tre mesi dopo, però,
la tensione aumenta, la signora Pedrotti è stanca, vorrebbe andare a
Legnano: «Le ho detto “ti do una mano”» e dice «che chiederà
a Mantovani, sono coperti su tutto, hanno anche il parere
favorevole». Quindi, Pedrotti, il 16 maggio 2013, confortata dal
possibile aiuto da parte del vicepresidente lombardo Mario Mantovani,
manda al segretario e factotum di Frigerio, Gianni Rodighiero, una
mail esplicita: «Buongiorno Gianni, come da specifica richiesta
dell’onorevole, ti allego alcune delibere relative ad argomenti o
oggetti. Sempre a disposizione, ti auguro una buona giornata». E i
detective notano: «Vengono contestualmente inviati cinque allegati
relativi a bozze di delibera» con data e firma in bianco.
Il «metodo Frigerio» va alla grande e
«il professore» spiega il perché «ridacchiando» a un
imprenditore: «Finché c’è questa giunta» lui «avrà i piedi
saldi sulla Lombardia e Melegnano per lui è un dettaglio e un giorno
gli parlerà pure di un’altra cosa, di un suo amico,
l’amministratore delegato di Finmeccanica Service, che ha
concentrato su un’unica azienda le pulizie più grandi d’Italia».
Garantisce: «Un giorno li farà parlare» insieme.
L’AGENDA DELLA MAZZETTA
Il tutto non è gratis. Il 20 maggio
2013 viene intercettata questa conversazione.
Frigerio: «Io e lei avevamo fatto un
ragionamento su 100, poi guardando la delibera, ho visto che la mia
amica Pedrotti, in eccesso, ha fatto la formula di tre anni
addirittura».
Imprenditore Costa: «Sono dodici»
(milioni), ammette. «quindi sono 120», mazzetta dell’uno per
cento.
Frigerio la rivendica: «Dove e quando!
(...) La mia agenda (...) Potrebbe essere mercoledì prossimo per
esempio».
LA BONIFICA
«Ben consapevole — dicono i pubblici
ministeri — della rilevanza penale della sua condotta », Frigerio
è cauto: «Al telefono neanche morti», assicura. E «quindi (...)
io faccio fare pulizie ogni sei mesi (...) io ho un amico
carabiniere». Nella vita può capitare l’errore fatale anche ai
super-prudenti: a «millantare» di saper fare le bonifiche era
infatti, con grandi risate dei detective veri, l’«amico
carabiniere».
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