mercoledì 14 maggio 2014

Il metodo Frigerio: 25mila euro al mese


PIERO COLAPRICO EMILIO RANDACIO
MILANO

INVESTIRE in uomini e incassare soldi, anche in base al «timing » (dice proprio così) delle mazzette: «Cinquanta prima di Natale, poi da feb, mar, 25 al mese», in migliaia di euro. Questo è il metodo di Gianstefano Frigerio.


COME spiega lui stesso a proposito di Mario Colombo, direttore generale della Fondazione istituto auxologico italiano: «Perché Colombo è il direttore su cui ho più investito, tirato su, ci faccio i viaggi insieme, quindi so tutto di lui...». Ma anche con gli altri, pochi scherzi: si contano ben sedici, tra direttori amministrativi e sanitari di aziende ospedaliere, legati a Frigerio, e più di 2.700 contatti telefonici tra «la cupola» e le aziende sanitarie (dal gennaio 2012 al giugno 2013). È il «parco dirigenti sanitari» che Frigerio, così scrive la Procura, considera come «cosa sua». Tutti questi manager pubblici secondo la «longa manus» di Frigerio, Sergio Cattozzo, «vanno coccolati come belle donne». Perché «aggiustare» le gare d’appalto non è facile, «bisogna mettere venti stecche in forno per tirarne fuori dieci». E loro ci riescono.
IL PPE E FRIGERIO
«Millanterie», replicano in molti, compreso Silvio Berlusconi, per liquidare questa nuova inchiesta sull’Expo e sulla sanità lombarda, «malata » di corruzione. Eppure, il settantacinquenne Frigerio risulta collaboratore del Partito popolare europeo, ufficio politico Ppe, con la dizione di “on.” (onorevole). Non solo: come insiste in varie intercettazioni, ha «un capo», anzi «un padrone ». E osservando «il metodo Frigerio» diventa facile capire come il «piccolo» (ad esempio l’ospedale di Melegnano) e il grande (per esempio: Fincantieri) possano essere tutt’uno.
«FAI QUELLO CHE DICE FRIGERIO»
Daniela Troiano è il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Pavia, in passato stava a Melegnano e davanti a Frigerio, nel centro Tommaso Moro, fa un amarcord: «La prima cosa che mi ha detto quando mi sono seduta a Melegnano è “Fai sempre quello che ti dice l’onorevole Frigerio”». E prosegue: «Me lo ricordo benissimo, sono passati quattro o cinque anni», e già ubbidiva, in base a ciò che i magistrati chiamano «genetica adesione». Il 20 maggio 2013 i detective della Dia e della Finanza filmano la signora in una scena che definiscono «teatrale». Infatti nell’ufficio di Frigerio è appena uscito l’imprenditore del settore pulizie Stefano Fabris, che cerca una sponda per servire l’ospedale, e alle 15.55 entra lei, che di quell’ospedale è manager: insomma siamo nel «crocevia per intessere da parte di Frigerio la fitta rete di incontri e accordi illeciti tra pubblici ufficiali e imprenditori in relazione agli appalti».
«RAZIONALITÀ» E DISPOSIZIONE
Stesso atteggiamento da parte di Patrizia Pedrotti, che arriva a Melegnano al posto della collega Troiano, e Frigerio le dice: «Siccome io e te abbiamo fatto un accordo... di razionalità, che se io ho bisogno di una cosa ne parlo a te... ». Le risposte della signora Pedrotti sono grate, sotto il Natale 2012 aggiungerà un «Abbraccio per tutto quello che hai fatto quest’anno ». La signora è però nel gennaio 2013 «disperata — parole sue — dopo aver letto nello scorso weekend 18.700 pagine d’intercettazioni». Era indagata per turbativa d’asta a Desio e Vimercate, ma Frigerio la rassicura, invitandola a colazione: «Ti devo fare un po’ di predica. Non devi amplificare una cosa che non esiste, non c’è motivo che ti preoccupi». Tre mesi dopo, però, la tensione aumenta, la signora Pedrotti è stanca, vorrebbe andare a Legnano: «Le ho detto “ti do una mano”» e dice «che chiederà a Mantovani, sono coperti su tutto, hanno anche il parere favorevole». Quindi, Pedrotti, il 16 maggio 2013, confortata dal possibile aiuto da parte del vicepresidente lombardo Mario Mantovani, manda al segretario e factotum di Frigerio, Gianni Rodighiero, una mail esplicita: «Buongiorno Gianni, come da specifica richiesta dell’onorevole, ti allego alcune delibere relative ad argomenti o oggetti. Sempre a disposizione, ti auguro una buona giornata». E i detective notano: «Vengono contestualmente inviati cinque allegati relativi a bozze di delibera» con data e firma in bianco.
Il «metodo Frigerio» va alla grande e «il professore» spiega il perché «ridacchiando» a un imprenditore: «Finché c’è questa giunta» lui «avrà i piedi saldi sulla Lombardia e Melegnano per lui è un dettaglio e un giorno gli parlerà pure di un’altra cosa, di un suo amico, l’amministratore delegato di Finmeccanica Service, che ha concentrato su un’unica azienda le pulizie più grandi d’Italia». Garantisce: «Un giorno li farà parlare» insieme.
L’AGENDA DELLA MAZZETTA
Il tutto non è gratis. Il 20 maggio 2013 viene intercettata questa conversazione.
Frigerio: «Io e lei avevamo fatto un ragionamento su 100, poi guardando la delibera, ho visto che la mia amica Pedrotti, in eccesso, ha fatto la formula di tre anni addirittura».
Imprenditore Costa: «Sono dodici» (milioni), ammette. «quindi sono 120», mazzetta dell’uno per cento.
Frigerio la rivendica: «Dove e quando! (...) La mia agenda (...) Potrebbe essere mercoledì prossimo per esempio».
LA BONIFICA
«Ben consapevole — dicono i pubblici ministeri — della rilevanza penale della sua condotta », Frigerio è cauto: «Al telefono neanche morti», assicura. E «quindi (...) io faccio fare pulizie ogni sei mesi (...) io ho un amico carabiniere». Nella vita può capitare l’errore fatale anche ai super-prudenti: a «millantare» di saper fare le bonifiche era infatti, con grandi risate dei detective veri, l’«amico carabiniere».

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