La minaccia di Grillo ai giornalisti si fa dettagliata, ma chi per
vent'anni ha riempito le piazze contro Berlusconi tace o minimizza.
Forse oggi a Roma Renzi potrebbe dire qualcosa in merito
Non so che cosa di Beppe Grillo penserebbero oggi Indro
Montanelli, che di Marco Travaglio è stato maestro, o Enzo Biagi, al cui
ultimo programma si ispira la testata del Fatto. Di una cosa
però sono certo: questi due grandi del giornalismo italiano si
ribellerebbero all’ultima minaccia rivolta alla stampa da un capo
partito che dichiara di puntare alla presa del potere totale.
Del preannuncio dell’istituzione di tribunali popolari per processare
i giornalisti “avversari” (con molti dettagli sulla procedura adottata)
possiamo decidere di ridere. A patto però di liquidare come
pagliacciate anche tutte le altre cose che Grillo e Casaleggio vanno
dicendo in questi giorni.
Oppure possiamo decidere di non ridere, memori dell’errore compiuto
nel ’94 quando le sparate di Berlusconi ci sembravano così eccessive da
non dover essere prese sul serio.
Per vent’anni la sinistra, i sindacati e le associazioni hanno
riempito le piazze contro il pericolo che Berlusconi rappresentava per
la libera informazione. Su quest’onda (e sull’oggettiva caduta di
credibilità del nostro mestiere) hanno surfato alla grande Travaglio e i
suoi colleghi. Neanche esisterebbe, il Fatto, senza questo clima di mobilitazione permanente.
Eppure sia ben chiaro: Berlusconi ne ha dette e fatte di tutti i
colori, ma non s’è mai azzardato di allestire processi staliniani e
carceri del popolo. Dov’è allora l’indignazione dei sindacati, oggi
tanto solleciti ad allarmarsi perché Renzi vuole ridurre gli sprechi
della Rai? Perché gli intransigenti del Fatto si scoprono giustificazionisti su ogni eccesso grillino? E gli accaniti intellò
della società civile, riparati dietro Tsipras dopo essere stati
rimbalzati dal M5S, hanno perso la voce, così alta e squillante in altre
occasioni?
Stasera piazza del Popolo a Roma si riempirà per la più grande delle
manifestazioni elettorali del Pd. Non sarebbe male se tra gli impegni
assunti per riportare l’Italia al livello delle più forti democrazie
europee ci fosse anche, di nuovo, la dura rivendicazione del diritto a
scrivere, a fare informazione e a esprimere idee e opinioni senza essere
minacciati e intimiditi come capita ormai quotidianamente.
Perché è chiaro che neanche questo, come altri buchi neri del caso
Italia, smette di essere un problema ora che Berlusconi esce di scena.
Capita, semplicemente, che il bavaglio si trasforma in gogna, e che chi
s’atteggiava a vittima si candida a carnefice.
Nessun commento:
Posta un commento