sabato 24 maggio 2014

Renzi sfida la piazza di Grillo: «Non si vince con minacce e paura»

Rudy Francesco Calvo 
Europa   

A ventiquattr'ore dalle urne, le ultime bordate tra i leader. Grillo riempie piazza San Giovanni alzando ancora i toni, mentre il premier-segretario già pensa ai prossimi impegni di governo
È un’offensiva a trecentosessanta gradi quella che Matteo Renzi ha condotto nelle ultime ore di campagna elettorale: verso chi ha intenzione di astenersi, verso quelli che «l’altra volta hanno votato di là», soprattutto verso chi «evoca paura e terrore». Ma il premier tiene fermo un punto: «Noi andremo avanti comunque vadano le elezioni. Senza arroganza e con rispetto: l’Italia va cambiata adesso».
La scelta di tenere una conferenza stampa sui primi ottanta giorni di governo a meno di 48 ore dall’apertura delle urne va letta in questo senso. Renzi vuole intestarsi un messaggio di cambiamento, che non cede all’insulto e alla violenza, ma che procede inesorabile, dall’Italia fino all’Europa. Ecco allora che il bonus di 80 euro in busta paga è presentato solo come un tassello di un puzzle che continuerà a riempirsi nelle prossime settimane con una «chiara, evidente e netta politica di riduzione delle tasse». La scelta, stavolta, non è tra chi vuole mandare “tutti a casa” e chi resiste al cambiamento, ma «tra chi vuole costruire qualcosa e chi si limita a sbattere i pugni sul tavolo». Il messaggio di Grillo, così, diventa puro sfascismo e non più un segno di novità.
Il leader del Pd sa di giocarsi personalmente molto, ma non tutto con le elezioni di domani. A meno di stravolgimenti rispetto alle previsioni, il risultato gli consegnerà comunque un Pd in crescita rispetto a un anno fa («ma io voglio fare di più») e con un ruolo centrale nei futuri equilibri dell’Unione europea, a partire dal prossimo semestre di presidenza, per il quale il messaggio è chiaro: «Basta con l’austerity, investiamo sulla crescita».
Una consapevolezza che ha consentito a Renzi di intestarsi una campagna a contatto con i cittadini, senza temere confronti (nemmeno con la piazza San Giovanni di Grillo ieri) e senza la necessità di alzare troppo i toni. Si vedrà solo nella tarda serata di domani se avrà avuto ragione: se l’avanzata del M5S sarà meno travolgente di quanto paventato nelle ultime ore, se il governo manterrà la forza di portare avanti le riforme, se FI terrà fede ai patti, se gli equilibri interni ai Democratici non subiranno scossoni. La partita si riaprirà da lunedì.

Nessun commento:

Posta un commento