martedì 27 maggio 2014

Ucraina, “uccisi 100 filorussi a Donetsk”

Redazione Il Fatto Quotidiano | 27 maggio 2014
A due giorni dalle elezioni presidenziali, che hanno sancito la vittoria dell’oligarca Petro Poroshenko, non accenna ad arrestarsi la guerriglia nell’est dell’Ucraina. I miliziani separatisti, spiega il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov, hanno subito “grosse perdite” nei combattimenti di lunedì a Donetsk. Fonti mediche nella città parlano di almeno 30 morti, senza precisare se si tratti di civili o miliziani, ma secondo  i responsabili dell’autoproclamata Repubblica popolare (Dnr) le vittime sono almeno cento. “Forse più della metà la metà sono civili. Non riusciamo ancora a recuperare i cadaveri, siamo sotto il tiro dei cecchini”, ha annunciato il leader Denis Pushilin. Inoltre le autorità della Dnr hanno diramato un ordine di evacuazione per i civili in alcune zone della città, comprese quelle prossime al palazzo dell’amministrazione ribelle.
A seguito delle forti tensioni a Est, il Cremlino lancia l’allarme e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov si dice “molto preoccupato” perché “le elezioni si sono svolte sullo sfondo delle azioni militari” e perché “subito dopo il voto è stato dato l’ordine di intensificare la cosiddetta operazione anti terroristica” nell’est. Lavrov ha ribadito che Mosca rispetta l’espressione della volontà degli elettori nelle presidenziali ucraine, ma ha rinnovato l’appello per porre fine a qualsiasi violenza, come previsto dagli accordi di Ginevra. Anche Vladimir Putin, in una telefonata con il premier Matteo Renzi, ha sottolineato la “necessità di porre fine immediatamente all’operazione militare punitiva nelle regioni sud-orientali e di stabilire il dialogo pacifico tra Kiev e i rappresentanti delle regioni”.
Le forze armate governative hanno inoltre ripreso “pienamente il controllo” dell’aeroporto di Donetsk. Secondo la tv russa Rossia 24 e il Financial Times, non è però chiaro chi controlla lo scalo e si sentono ancora spari ed esplosioni. Gli scontri sono iniziati per il controllo dell’aeroporto di Donetsk, in un tentativo di impedire l’arrivo di Poroshenko, che domenica sera aveva annunciato l’intenzione di compiere il suo primo viaggio nell’est dell’Ucraina. All’assalto dei filorussi, Kiev ha risposto con attacchi aerei e con un assalto dei militari alle postazioni dei separatisti. Il neo presidente aveva confermato ieri la volontà di continuare “le operazioni antiterrorismo” nell’est, che “non possono e non devono durare due o tre mesi, ma ore”. L’est dell’Ucraina “non sarà trasformata nella Somalia“, aveva scandito.

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