Il Pd regge bene lo scontro elettorale nelle piazze e sulla rete.
Più che la svolta "istituzionale" di Casaleggio appare insidioso il
clima generato dalle voci che M5S fa circolare a proposito di clamorose
previsioni a suo favore: che non esistono.
L’ala internettiana del Pd si batte bene, regge lo scontro con
le falangi grilline sulla rete e sui social network, cioè sul loro
terreno. Anche nelle piazze,
per la felice scelta di Matteo Renzi di replicare città dopo città, i
democratici hanno ritrovato numeri, entusiasmo, orgoglio: se pensiamo a
come era ridotto il Pd solo un anno fa quanto a stima e autostima, pare
già un miracolo.
Dopo di che, è chiaro che anche Grillo ha fatto un capolavoro,
piazzandosi al centro della scena sì che, paradossalmente, quello che
doveva essere un referendum pro o contro Renzi e il suo governo rischia
di trasformarsi in un referendum pro o contro le pretese totalitarie del
movimento Cinquestelle.
Tutto ciò va a danno di una razionale e attenta scelta sulle proposte
e sulle persone migliori da mandare a Strasburgo a rappresentare
l’Italia: ma chi aveva dubbi sul fatto che neanche stavolta l’Europa
sarebbe riuscita a imporsi all’attenzione degli elettori?
L’assalto grillino si svolge lungo direttrici diverse, più di quanto
sia avvenuto in passato. Alla minaccia di estinzione per un intero
sistema politico, italiano ed europeo, e alla messa al bando dei giornalisti (sabato l’onore della scomunica a mezzo blog è toccato di nuovo a noi di Europa, per la seconda volta
in un mese) si aggiunge un discorso che prova a farsi più politico,
come se improvvisamente fosse possibile colmare l’abisso scavato tra M5S
e le normali pratiche democratiche.
Il dietrofront annunciato dall’intervista tv di Casaleggio appare troppo improvvisato perché se ne possa valutare l’impatto su un elettorato diverso da quello tradizionale grillino.
Più insidioso è il messaggio che sta condizionando l’umore nella rete
e sui social, e di lì in un mondo più vasto: abilmente, la gente di
Grillo diffonde la leggenda metropolitana dei “sondaggi segreti” (come
al solito, perfidamente occultati all’opinione pubblica) che darebbero
un testa a testa col Pd o addirittura un vantaggio per M5S.
Trattasi appunto di leggenda: di questi sondaggi segretissimi non v’è
traccia. O meglio i sondaggi ovviamente ci sono, non sono pubblicati
per obbligo di legge, per quel che se ne sa e se ne può dire non sono
molto diversi dagli ultimi che è stato possibile rendere noti.
L’unica cosa certa, e certamente positiva, è che fra soli tre giorni
questa campagna diventata così brutta sarà finita. E verificheremo tutte
le leggende, tutte le minacce e tutte le promesse.
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