martedì 13 maggio 2014

Ripensare l'Europa


Adriana Apostoli

Inutile negare o cercare attenuanti. L’idea di un continente europeo riconciliato con se stesso, libero finalmente da guerre fratricide, proiettato a sviluppare unitariamente un ruolo nel contesto delle grandi nazioni del mondo sembra avere esaurito la sua forza propulsiva. È come se si fosse infranto un sogno.

L’Europa, intenta a costruire se stessa attraverso un fortunato dosaggio di allargamento e approfondimento, si è trovata a fronteggiare improvvisamente situazioni del tutto nuove e soprattutto inattese: la crisi economica e finanziaria, le migrazioni, la criminalità organizzata, l’instabilità geopolitica alle nostre porte causata da conflitti, povertà, terrorismo.

L’aumento progressivo delle disuguaglianze e delle tensioni collettive, con i conseguenti allarmi sociali che ne derivano, sono fenomeni che, se da un lato hanno denunciato l’inadeguatezza di strumenti correttivi predisposti unicamente entro i confini nazionali, dall’altro lato, hanno confermato che, pur nelle diverse sensibilità nazionali, esiste un nucleo di principi e valori condivisi nello spazio giuridico europeo.

Per fronteggiare le sfide della globalizzazione, nel 2000 fu definita a Lisbona una strategia decennale con l’intento di far divenire quella europea l’economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace di generare una crescita economica durevole, migliorare qualitativamente e quantitativamente l’occupazione, sviluppare una più forte coesione sociale.

Dopo questa dichiarazione di intenti, l’Unione ha subito un processo di crisi drammatica che aggrava gli squilibri tra i vari Paesi e le contraddizioni sociali al loro interno, con forte indebolimento delle istituzioni democratiche.

Per queste ragioni, in un momento di forte smarrimento e di sofferenza sociale per milioni di cittadini europei, è tanto più fondamentale e urgente ricordare - come ha fatto recentemente il Presidente del Senato Grasso - che l’Unione non è solo un’area di mercato comune e di cooperazione economica, ma una comunità di valori, e con essa una comunità di diritto complessa e articolata nel segno della libertà e della democrazia.



Nessun commento:

Posta un commento