sabato 24 maggio 2014

Carceri: «L’Italia sta facendo bene» E a Brescia si esulta


Corriere della Sera 24/05/14
Marco Toresini


Sovraffollamento  A giugno l’Europa decide sulle sanzioni.Gioieni: «Una rivoluzione in 12 mesi»
«Vede quello che troviamo dentro un carcere è il risultato di quello che non funziona fuori». Questa massima, Francesca Gioieni, direttrice a Canton Mombello, ama ripeterla spesso: a se stessa, ai suoi collaboratori a quanti, specializzati in missioni impossibili, cercano di far marciare dentro, ciò che ha mal funzionato fuori. Ieri era il 197esimo anniversario di fondazione del Corpo di polizia penitenziaria e in una cerimonia «low profile» a Verziano, c’è stata comunque occasione per essere soddisfatti. L’encomio, per aver ridato dignità alle carceri bresciane, sta tutto nelle parole che arrivano da Strasburgo dove il ministro Andrea Orlando ha portato gli sforzi dell’Italia per rendere meno difficili le condizioni di vita nei penitenziari. Un impegno imposto dalla cosiddetta «Sentenza Torreggiani» che condannava l’Italia per le condizioni delle sue prigioni e che avrebbe fatto scattare da giugno multe milionarie se l’Italia non fosse corsa ai ripari. Da Strasburgo, in queste ore, arrivano notizie confortanti: «L’Italia sta andando nella direzione giusta» per vincere il sovraffollamento ha spiegato la vicesegretaria generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini Dragoni. Una valutazione che potrebbe allontanare lo spettro delle sanzioni e che a Brescia (462 fra i ricorsi piovuti su Strasburgo arrivano da Canton Mombello) è stata accolta con soddisfazione. «Per noi — spiega Francesca Gioieni con accanto la collega che dirige Verziano, Francesca Paola Lucrezi — è il riconoscimento che in questi dodici mesi abbiamo lavorato bene». È stato un anno rivoluzionario dove Canton Mombello è stata una delle prime case circondariali d’Italia a varare la sorveglianza dinamica (con celle aperte e libera circolazione dei detenuti fino alle 20). «Una grossa mano — aggiunge Francesca Paola Lucrezi — ci è arrivata anche dalla legge che ha modificato i termini della liberazione anticipata e che ha permesso di svuotare ulteriormente le celle». La creazione di un circuito lombardo delle carceri ha permesso poi di gestire le condizioni di sovraffollamento con maggiore incisività, tanto che a fine 2013 da Canton Mombello c’è stato un vero e proprio esodo verso Cremona, con una popolazione carceraria ora mai così bassa: 350 ospiti, contro punte di 480/500 . «Di questo sforzo dobbiamo pubblicamente dire grazie a tutti — osservano le direttrici dei due istituti —: al personale della polizia penitenziaria al quale è stato imposto un radicale cambiamento nel modo di operare; ai sindacati che hanno accolto le novità in modo costruttivo; alle tante persone che lavorano dentro il carcere e che ogni giorno si sforzano di renderlo vivibile». «Ai miei uomini ho sempre ripetuto che oggi sono diversamente impegnati» sorride il comandante di Canton Mombello, Maria Luisa Abossida, accanto al collega Michele Rizzi che coordina gli agenti di Verziano. «I risultati si vedono — continua —: con la sorveglianza dinamica si colgono prima i disagi e i comportamenti sospetti dei detenuti. Insomma, si fa una migliore prevenzione». «Ora è giusto dopo tanto impegno — le fa eco Francesca Gioieni — che si pensi anche alle esigenze e al benessere lavorativo del personale». Il carcere deve essere migliore, ma migliore per tutti. «E non si dica che, visto che la situazione è migliorata, Brescia non ha più bisogno di un nuovo carcere» incalza Francesca Gioieni. Il tema sembra sparito da tante agende, a Roma come a Brescia. «Ma Canton Mombello resta un carcere inadeguato, vetusto» conclude la direttrice allargando le braccia in un gesto che pare dire: dopo le missioni impossibili ora non chiedeteci pure i miracoli.

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