“Il Professore” tira in ballo i
vertici della Finanza Nelle intercettazioni anche il capo del Dis
Massolo
GIULIANO FOSCHINI
La Repubblica – 11/5/2014
DICEVA agli amici Angelo Paris, il
direttore generale degli acquisti dell’Expo, che «il Professore è
come la Madonna». Bastava venerarlo ed essergli fedele, poi al resto
ci pensava lui. Gianstefano Frigerio, il Professore appunto, portava
infatti con sé una vecchia ricetta infallibile, figlia di anni di
esperienza da segretario della Dc milanese in piena Tangentopoli.
QUELLA ricetta che gli aveva permesso,
nonostante le condanne passate in giudicato, di essere nel cuore dei
big di Forza Italia, a partire da Silvio Berlusconi. E grazie alla
sua rete di amicizie e protezione, far vincere appalti, assicurare
fulminanti carriere politiche negli enti, nelle pubbliche
amministrazioni e anche in Forza Italia. Il tutto chiaramente in
cambio di tangenti.
Eccola la ricetta di Frigerio: «I
canali da seguire sono tre — spiegava al telefono
il Professore — il rapporto con la
sinistra e lì ti devi far fissare un appuntamento con Primo (ndr,
Greganti); poi le banche che sono gli azionisti veri e lì il canale
è Gigi (ndr, Luigi Grillo, ex parlamentare Pdl). E poi c’è il
terzo canale che è il mondo cattolico e li ti faccio parlare io con
il cardinale».
BERLUSCONI E FORZA ITALIA
Paris non parla a caso, per lui
Frigerio è davvero come la Madonna. Il 3 febbraio del 2014 tramite
«Fabrizio Sala, consigliere regionale con delega all’Expo molto
vicino allo stesso Frigerio — ricostruisce la Procura — Paris ha
un invito per partecipare a un incontro ristretto organizzato da
Silvio Berlusconi». Sala è molto grato: «Ci sono indicazioni? Vado
tranquillo? Vorrei un consiglio» chiede a Sergio Cattozzo, il
politico ligure che fa da braccio destro a Luigi Grillo. Cattozzo
subito va da Frigerio che chiama Sala «attribuendosi la paternità
dell’appuntamento ». «Quando ci siam visti quella volta a
colazione, tu credi io che abbia fatto con quello che c’era? Fedele
(ndr, Confalonieri) e così via, eh! Ho detto di metterti negli
incontri, poi ne ho parlato anche alla Gelmini». «Quindi vado
tranquillo? » gli chiede Paris. E Frigerio risponde: «Tranquillo,
dopo mi dici, tanto domani ci vediamo». Frigerio parla di incontri
quindi con Confalonieri e la Gelmini. Ma sono soltanto alcuni dei
nomi di big citati nelle telefonate: da Cesare Previti, a «zio
Gianni Letta», da Confalonieri a Raffaele Fitto, a credere alle sue
parole, Frigerio, è in grado di arrivare ovunque.
IL SISTEMA CAORSO
Evidentemente non tutte sono
millanterie, come dimostra la storia di Fabio Callori, sindaco di
Caorso, comune nel piacentino. Frigerio e la sua banda sono
interessati all’appalto per lo smantellamento della centrale
nucleare di Caorso. Devono cercare di fare entrare nell’affare (da
un miliardo e 200 milioni complessivi) la ditta Maltauro che è
pronta a versare loro una mazzetta da 600mila euro. A mettersi di
mezzo arriva il governo Letta che cambia i vertici della Sogin (la
società che bandisce la gara). Frigerio si attrezza e prova a
trovare le contromisure: «Ne ho parlato con Gianni Letta, ho mandato
Alatri (ndr, Alberto Alatri, ex direttore amministrativo di Sogin,
indagato) da Letta, da Cesare (ndr, Previti) anche da Donato Bruno »
dice al telefono, prepara un’interrogazione da far presentare al
gruppo di Forza Italia al Senato. Infine con i suoi sodali individua
il sindaco Callori come strumento. «Lui — spiega infatti Cattozzo
a Frigerio — è rimasto in Forza Italia e mi dice: “Sai Sergio se
mi dicessero che il Coordinatore Provinciale lo faccio io... ”
(...) Allora io con lui ho fatto questo accordo: lui si fa negare
(ndr, dalla Sogin), qualsiasi cosa che chiedono: chiedono i permessi,
poi prima o poi glieli darà, però li fa morire. Fino al tentativo
di far dire a Alberto Alatri al suo amministratore delegato, se
volete io lo chiedo al sindaco attraverso un amico carissimo — che
sarei io — se c’è da smuovere un po’ il sindaco di Caorso e a
quel punto entriamo in ballo in modo forte all’interno ». Il
sindaco di Caorso è stato poi nominato vice presidente regionale di
Fi.
LA POLITICA
Nel cuore di Frigerio rimane sempre la
politica. Tant’è che spesso nelle intercettazioni disegna
strategie e alleanza. Ma l’operazione che fa con l’ex senatore
Gigi Grillo è diabolica. Grillo lascia infatti Forza Italia per
andare con Alfano in Ncd. Ma è un trucco. «Abbiamo mandato Grillo
nella compagina di governo perché io sono rimasto con Berlusconi.
Gli ho detto vai di là, tanto alle prime elezioni politiche che ci
saranno dovremmo fare le alleanza sennò perdiamo tutto, e allora ho
detto facciamo così, dividiamoci».
LE ALTRE RELAZIONI
Il centrodestra è di casa da Frigerio.
Ma i politici citati sono decine: da Maurizio Lupi a Pierlugi
Bersani, in tanti però hanno già negato contatti. Così come al
momento non c’è alcun riscontro della cena con il comandante
generale della Finanza, Saverio Capolupo di cui parlava al telefono:
«Io mercoledì sera faccio l’altro lavoro di copertura
politico-giuridica e mi porto a cena Gigi Grillo con il Comandante
della Finanza che è un mio amico». O dei millantati contatti con il
direttore del Dis, Gianpiero Massolo, a cui fa riferimento l’ex
segretario della Dc. Che racconta anche di un incontro con Lorenzo
Guerini (Pd), e di un pranzo saltato con Renzo Lusetti (Udc) per poi
lasciarsi andare a un amarcord: «I miei ragazzi! Quando ero
segretario, il segretario nazionale dei giovani era Lusetti, i due
vie erano Enrico Letta e Franceschini, il loro capo della segreteria
si chiamava Gabrielli. Che classe dirigente!».
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